E’ stato consegnato ieri sera prima del calcio dl’inizio della partita Italia – Croazia, valida per le qualificazione all’Europeo di Francia del 2016, allo Stadio San Siro di Milano, il Premio “Giulio Campanati” alla terna internazionale composta da Nicola Rizzoli, Andrea Stefani e Renato Faverani.
La prima edizione del premio intitolato al “Presidentissimo” dell’AIA ha visto coinvolti per passione e impegno l’Associazione Amici di Campanati e la Sezione arbitri di Milano.
Nel prologo della cerimonia una conferenza stampa presso lo stadio Meazza ha visto protagonisti tutti i massimi dirigenti del calcio: il Presidente FIGC Carlo Tavecchio, il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi, l’ex presidente federale Giancarlo Abete, il presidente di Lega B Andrea Abodi, di Lega PRO Mario Macalli, il Presidente onorario FIGC Antonio Matarrese.
Poi i tanti amici di Campanati da Attilio Consonni a Cesare Gussoni ex presidente AIA e dirigente benemerito FIGC. Quindi il Presidente della Sezione AIA di Milano Luca Sarsano, il presidente CRA Alessandro Pizzi ed il componente del Comitato Nazionale Alberto Zaroli.
Numerosissimi anche i giornalisti intervenuti di tutte le testate giornalistiche.
E sono state le parole di Bruno Pizzul ha coordinare gli interventi dei numerosi ospiti e amici dell’ex arbitro Giulio Campanati scomparso nel 2011. Era presente anche il figlio di Campanati, Giorgio, che ricordato il padre capace di essere risoluto d’animo ma anche gentile nei modi di fare.
Il Presidente dell’AIA Nicchi ha quindi sottolineato come la serata dedicata a Campanati sia un vanto per tutta l’Associazione. “La storia di un atleta la scrive il tempo – ha proseguito il presidente - e oggi il tempo ci consiglia il ricordo di una persona incredibile, irrepetibile che ha fatto grande questa associazione. Campanati per me ha rappresentato tantissimo. Dal 1972 al 1990 ha scritto la storia dell’AIA e la storia non si può mettere in dubbio. Era un uomo che quando lo incontravi ti dava quel senso di umanità, signorilità e protezione rari in una sola persona. Premiando Rizzoli, premiamo 36mila arbitri che si impegnano per cercare seguire le orme di chi ci ha preceduto a livello dirigenziale e in campo”.
Un articolo con maggiori dettagli sarà presente sul prossimo numero della rivista l'Arbitro.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)