Raduno del Settore Giovanile: la psicologia in campo.

Sezione di Cagliari

Raduno del Settore Giovanile: la psicologia in campo.Il Raduno di metà campionato del Settore Giovanile della Sezione di Cagliari ha visto i 18 arbitri che hanno superato l'esame lo scorso Dicembre unirsi al resto dell'organico. Nel pomeriggio di martedì 17 Gennaio, sotto la pioggia e con temperature prossime allo zero, tutto l'organico ha sostenuto i test atletici e nella giornata successiva i lavori si sono svolti in Sezione sotto forma di riunione.
L'organo tecnico Claudio Secci si è detto globalmente soddisfatto delle risultanze dei test atletici ed ha lanciato un guanto di sfida al proprio organico: un raduno con i migliori arbitri che hanno fatto parte dell'organico durante la stagione, propedeutico alla direzione delle finali valide per il titolo campione provinciale (allievi e giovanissimi). Ripetendo l'esperimento della stagione passata, parteciperanno tutti gli arbitri che oltre a riportare una media più che positiva, risulteranno più bravi nei test tecnici ed atletici. Lo scopo è quello di stimolare i giovani arbitri a prefissarsi un obbiettivo raggiungibile nel breve periodo.
Di obbiettivi ha parlato in maniera molto approfondita l'assistente arbitrale nazionale Can D Riccardo Pazzona, relatore dell'incontro, che ha presentato un suo lavoro sull'Inattentional Blindness sulla capacità di arbitri, assistenti e osservatori di reagire in una determinata maniera ad eventi imprevedibili. Pazzona ha illustrato le tecniche utili per reagire in maniera efficace a questi eventi: prevedere un evento è necessario per farsi trovare pronti se questo evento si verifica, ad esempio immaginare che un attaccante lanciato a rete possa essere sgambettato, accorcia il procedimento decisionale relativo alla decisione tecnica e disciplinare sul DOGSO, piuttosto che lasciare queste valutazioni al momento successivo al verificarsi dell'evento. La psicologia entra così nel mondo arbitrale già dalle prime gare: gestire lo stress; darsi degli obbiettivi nel breve, medio e lungo periodo; affrontare una contestazione mettendosi dall'altra parte della barricata anziché erigere un muro impenetrabile; come curare linguaggio, mimica, tono di voce e linguaggio corporeo. Tutti aspetti comportamentali che fanno la differenza nell'accettazione da parte dei calciatori dell'adozione del medesimo provvedimento tecnico, deciso da un arbitro che cura la propria comunicazione in maniera adeguata, che verrà accettato, o viceversa contestato, se deciso da un arbitro che non comunica serenità. Dopotutto, ha ribadito Riccardo, "non si può non comunicare".

Foto 1: Gli arbitri durante la riunione
Foto 2: Riccardo Pazzona

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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