Sezione di Chioggia
Lunedì 5 febbraio la Sezione di Chioggia ha perso un grande guerriero: l’associato Edoardo Marchetti che ci ha lasciato a soli 25 anni. Edoardo soffriva di fibrosi cistica fin dalla nascita: in tutti questi anni ha sempre combattuto e mai ha fatto trasparire debolezza.
Dopo un passato calcistico nelle giovanili locali, è entrato a far parte dell’Associazione il 24 gennaio 2008: un mese dopo aver compiuto 15 anni ha dunque acquisito, superando brillantemente gli esami, la qualifica di arbitro effettivo.
“Quando Edoardo si è presentato per il corso arbitri ero al mio ultimo anno di mandato” ha detto Michele Rosteghin, Presidente della Sezione di Chioggia “Subito mi sono rivisto in lui: un ragazzo magrolino, ma tenace e sempre disposto a lottare e a non mollare mai”.
Per Edoardo l’arbitraggio non era un semplice hobby, ma era una passione che gli ardeva dentro. Finche’ le forze fisiche gliel’hanno permesso, ha operato a livello sezionale come arbitro ed assistente di Calcio a 11 e poi come arbitro di Calcio a 5; in tutte le partite metteva una forza, una grinta ed una determinazione non da poco dimostrandosi d’esempio per tutti i giovani e meno giovani colleghi arbitri.
Ha accompagnato diversi colleghi alla loro prima partita, insegnando loro scrupolosamente quello che dovevano fare e li redarguiva dando preziosi consigli quando sbagliavano.
In Sezione era sempre presente a tutte le manifestazioni associative che venivano organizzate, feste, tornei di calcio e tornei di playstation, in cui non aveva rivali.
“Quando ho istituito il Premio ‘del presidente’ nel 2013 – ha proseguito Rosteghin – il primo a riceverlo è stato Edoardo, perché era l’emblema di tutte le qualità che un arbitro deve possedere sia in campo, che nella vita quotidiana”.
Infermiere professionale era impegnato anche nel volontariato e faceva parte della Protezione Civile e dell’Unità Cinofila Italiana Delta Dog di Porto Viro (RO).
Proprio questo dovrebbe far riflettere: al primo ostacolo, ci scoraggiamo, troviamo alibi per non affrontare le situazioni difficili, ci abbattiamo e chiudiamo in noi stessi. Nonostante tutto, invece, Edoardo era sempre solare e trasmetteva sempre grande positività, tanto da diventare un esempio per tutti.
“Quando non ha potuto più fare attività sui terreni di giuoco, gli ho chiesto se volesse diventare arbitro associativo, ma lui, senza pensarci un secondo, mi ha risposto: ‘Michele, finche’ i dottori non mi diranno che ‘su finio’ (sono finito) io non lo farò mai’” ha ricordato Michele Rosteghin. Questo dimostra come Edoardo amasse questo sport e come volesse lottare fino all'ultimo per tornare a calcare quei campi di calcio che tanto ha amato.
Il Presidente della Sezione di Chioggia in conclusione ricorda: “Gli ho proposto di far parte del Collegio dei Revisori sezionali ed ha subito accettato: i suoi colleghi arbitri lo hanno votato senza pensarci due volte, perché sapevano con quanta serietà, impegno e scrupolosità svolgesse i compiti che gli venivano affidati. Anche se sentiamo tantissimo la sua mancanza, siamo sicuri che da lassù ci sta guardando ed adesso il Paradiso ha l’arbitro più forte della terra”.
Il Presidente dell'AIA Marcello Nicchi ed il Vice Narciso Pisacreta, insieme ai componenti del Comitato Nazionale, al Responsabile del Settore Tecnico Arbitrale Alfredo Trentalange ed ai Responsabili degli Organi Tecnici Nazionali, anche a nome dei 35.000 arbitri italiani, esprimono alla famiglia di Edoardo profondo cordoglio e vicinanza.
Si uniscono il Segretario ed il Vice Segretario dell'AIA, il Direttore Responsabile della Rivista "l'Arbitro" ed i Coordinatori della redazione.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)