Sezione di Chioggia
Un febbraio speciale che ha visto come graditissimo ospite degli arbitri di Chioggia Alberto Zaroli, Componente del Comitato Nazionale dell'AIA: la riunione si è aperta con il toccante ricordo, da parte del Presidente sezionale Michele Rosteghin, del giovane Associato Edoardo Marchetti, venuto a mancare in mattinata dopo una lunga malattia. Michele ha ricordato Edo come un ragazzo “sempre disponibile e dal cuore d’oro, che ha affrontato la malattia sempre con il sorriso e con la forza di un leone, e che non vedeva l’ora di tornare a calcare i campi di calcio, perché per Edo l’arbitraggio non era solo un hobby, ma un vera e propria passione che ardeva dentro di lui”. Dopo questo commovente momento, il Presidente sezionale Rosteghin ha continuato la riunione con le varie comunicazioni di servizio e invitando i nuovi arbitri a raccontare i loro esordi.
E’ intervenuto poi il Vice Presidente regionale Luca Segna, anch’egli gradito ospite in rappresentanza del CRA Veneto, il quale, dopo aver salutato la platea e portato i saluti del Presidente Dino Tommasi, ha ringraziato la Sezione di Chioggia per l’invito e per la sempre ottima accoglienza riservatagli. A questo punto, il relatore della serata Alberto Zaroli ha preso la parola, dicendo che, pur essendo un momento difficile per la Sezione, Edo avrebbe voluto sicuramente vederci lì tutti insieme quella sera, più uniti che mai, perché il suo ricordo possa vivere a lungo in ognuno di noi, che facciamo parte di una grande famiglia, quella arbitrale.
E’ poi partita la riunione vera e propria, improntata su un approccio singolare e diverso dalle consuete lezioni tecniche: infatti Alberto ha voluto miscelare assieme numerosi ingredienti per raggiungere il fine di ragionare su alcuni concetti che stanno alla base della crescita arbitrale e soprattutto umana, ancor più importanti quindi della “mera” crescita tecnica. Sapendo intrattenere la platea con la suo splendida dialettica, ha sviscerato diversi concetti, come quello di immagine, toccando anche l’argomento social network e ricordando a tutti che si è arbitri sia dentro ma soprattutto anche fuori dal campo, e quello di fame, che deve essere l’input che spinge ogni arbitro ad entrare nei terreni di giuoco ogni week end.
Alberto, sapendo interagire con i presenti, ha parlato poi di alibi, che nessun arbitro deve usare per giustificare i propri insuccessi, esortando tutti a lavorare sempre di più per superare gli ostacoli con umiltà e consapevolezza dei propri mezzi, e ha inoltre voluto ricordare ai presenti che ciò che viene detto dagli osservatori durante i colloqui non deve essere “ascoltato e poi gettato in un cestino”, ma deve essere da stimolo per capire dove si stia sbagliando e per migliorarsi di conseguenza di partita in partita. Infine, Zaroli ha toccato il concetto di sogno-obiettivo-progetto. Alberto, infatti, afferma che “se si parte sognando, non si raggiungerà mai il proprio sogno”, perché per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo, bisogna lavorare duramente passo dopo passo, rubando i “segreti del mestiere” da chi ci sta davanti. Per Alberto “l’obiettivo non è un sogno o una realtà: è un progetto, un progetto da coltivare giorno per giorno con serietà, spensieratezza e gioia. Solo attraverso continue realizzazioni di piccoli progetti si può realizzare un progetto più grande, che forse coinciderà con il sogno di ognuno di noi, ma che comunque ci farà acquisire un bagaglio notevole e rispettoso di ricchezza culturale ed umana”. La riunione è terminata con le foto di rito e con il Presidente sezionale Michele Rosteghin che ha omaggiato gli ospiti con prodotti tipici locali.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)