Con Alberto Zaroli per parlare della passione degli arbitri

Sezione di Saronno

Con Alberto Zaroli per parlare della passione degli arbitri“Componente Nazionale, Dirigente AIA, ex Presidente del Comitato Regionale Arbitri della Lombardia possiamo presentarlo come vogliamo ma noi a Saronno preferiamo 'amico' e soprattutto una persona sempre disponibile che nonostante i suoi innumerevoli impegni ad ogni nostra chiamata che sia di aiuto, un consiglio o altro, trova sempre il tempo per risponderci e darci una mano…di chi sto parlando? Ovviamente di Alberto Zaroli che nei giorni scorsi ha voluto regalarci una delle sue istruttive riunioni”. Così dalla Sezione di Saronno ricordano la recente riunione tenuta dal Componente Nazionale dell’AIA.
“Non parlerò di tecnica – ha detto Alberto Zaroli - non vi tedierò sul ruolo istituzionale che ricopro ma di qualcosa di più profondo, di quel motore che ogni giorno ci fa star bene e che nonostante il Chi ve lo fa fare noi siamo lì, a cadere e rialzarci…di cosa parleremo? Della nostra passione”. Passione che vuol dire in primis sofferenza, ma si tratta di una sofferenza positiva che porta al raggiungimento di un traguardo, gli inglesi amano dire NO PAIN NO GAIN ed è proprio questo il vero motore, per gli arbitri è la strada, l’allenamento, il Regolamento.
Alberto si è anche soffermato sull’importanza dei social, sul giusto modo di utilizzarli ed il suo insegnamento è andato oltre l’AIA, ha voluto far capire ai ragazzi quanto sia importante per il loro futuro scegliere di non condividere informazioni che possono arrecare danno in futuro, nella vita di tutti i giorni…una lezione di vita oltre che di AIA nel senso stretto. I giovani all’interno dell’Associazione vanno anche guidati verso il loro orizzonte vita oltre che a livello sportivo e questo Alberto lo sa fare benissimo.
La platea rimane colpita e attenta tutto il tempo quasi ispirata dalle sue parole, dai suoi insegnamenti e quando (riprendendo le parole di Steve Jobs) dice loro di “essere affamati e folli” i loro occhi si illuminano; il discorso vale su e per tutti i campi e qui Alberto si sofferma spiegando l’importanza di queste parole, che bisogna essere sempre curiosi e pronti a nuove esperienze a livello arbitrale, ad avere la giusta fame che spinge a raggiungere traguardi senza dimenticare la componente folle, quella creativa e perché no istintiva.
Ribadisce ai nostri ragazzi che in quello che si fa bisogna sempre pensare di mettere passione (sofferenza) – fame – follia, allora si che con questi elementi nessuno vi impedirà di raggiungere i vostri obiettivi.
Un ricordo doveroso va poi, all’esempio, all’uomo che tanto ha dato all’AIA e che circa un anno fa purtroppo ci ha lasciati, che più di chiunque altro ha incarnato questi elementi, e che continuerà attraverso i suoi insegnamenti e quindi a Stefano Farina.
A questo punto si riferisce anche agli osservatori, o educatori come lui preferisce chiamarli, ai quali ricorda con forza che non bisogna solo “dire cosa fare” ai ragazzi ma bisogna creare curiosità, “ricordate che non dovete fare monologhi i nostri ragazzi devono chiedere/domandare create curiosità”.
Un elogio poi va alle tante persone che nonostante impegni personali, familiari lavorativi o altro trovano il tempo da dedicare agli altri e a rendere, tutto ciò che abbiamo, possibile; anche qui si è soffermato ad insegnare ai ragazzi che nel mondo si troveranno sempre davanti un sacco di persone che criticano, un po' meno quelle che consigliano ma conteranno su un palmo di mano quelle che realmente faranno.
“Il tempo con Alberto Zaroli – dicono dalla Sezione - è passato veloce e ha lasciato dietro per tutti noi un sacco di insegnamenti. Come Sezione di Saronno lasciamo un ricordo ad Alberto e lui fa lo stesso con il nostro Presidente Davide Rosio e con, quello da lui indicato come la giusta follia, nella persona del nostro caro vice Presidente Edoardo Piazza per il quale non risparmia elogi relativi al suo gran lavoro e alla sua grande dedizione dimostrata in anni di AIA”.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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