Sezione di Jesi
Per la “prima volta” in una sezione arbitri, Roberto Mancini non poteva che scegliere la sua città, Jesi. In una sezione che, ha subito affermato il nostro ospite, dista solo “50 metri da dove sono nato e cresciuto”. Stimolato dalle domande iniziali del nostro presidente Piccioni, Roberto Mancini ci ha presentato fin da subito, con decisione, il suo biglietto da visita: con riferimento ai presidenti e dirigenti che hanno il coraggio di picchiare arbitri spesso ragazzini ha affermato che “andrebbero squalificati a vita”. Sulla moviola, invece, ha tagliato corto: “Non penso possa risolvere nulla. Anzi, probabilmente creerebbe ancor più confusione”.
Con grande disponibilità, Roberto ha accettato l’invito del presidente di sezione Riccardo Piccioni. Tutti i ragazzi della sezione – presenti pure il Presidente del CRA Marche Gustavo Malascorta e il vice presidente del Comitato regionale Marche L.N.D. Bruno Sassaroli (jesino e amico del Mancio) – hanno avuto la fortuna di ascoltare le parole di un uomo di calcio di altissimo livello, che ha raccontato, con piacere e grande disponibilità, la sua storia, la sua esperienza da calciatore e da allenatore, prendendo spunto dalle curiose domande poste da tutti i presenti.
Roberto ha impostato il suo intervento sottolineando più volte il divario culturale tra il nostro paese e l’Inghilterra, non criticando niente e nessuno, ponendo piuttosto in risalto i tanti perché che dovrebbero spingerci ad imitare gli inglesi, nel loro modo di vivere la partita, di fare calcio, di vivere di calcio.
Dalla cultura calcistica, agli anni da calciatore, la storia di Roberto trova molti punti in comune con ogni arbitro: il sacrificio, il sapere a cosa si va incontro, la gestione della pressione.
Nel prossimo numero della Rivista “L’Arbitro” un resoconto dettagliato dell’incontro con Roberto Mancini.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)