Raduno CAN 5: test atletici per il secondo gruppo di arbitri

Raduno CAN 5: test atletici per il secondo gruppo di arbitriQuarto giorno per il raduno CAN 5 a Sportilia; sono i test atletici a dare il via ad un intenso programma che vedrà l'esecuzione anche dei quiz regolamentari. Non potevano che essere i positivi i risultati per quelli che sono i fischietti più quotati del panorama nazionale.
Non manca la match analysis, momento sempre rilevante in queste giornate di confronto e valutazione di casi pratici che hanno coinvolto gare dirette dagli stessi presenti.
A seguire in aula l'intervento dei Componenti. Angelo Montesardi affronta il tema dell'etica dell'arbitro: “Non dimentichiamoci che l'AIA ha un codice etico che tutti dobbiamo osservare e rispettare. La nostra attività non termina unicamente sul campo”. Questo è costituito da un complesso di norme che serve proprio a dare garanzie al nostro operato; è una forma di tutela per gli stessi associati. “L'arbitro è colui che è chiamato a garantire l'applicazione del regolamento. Nel momento in cui si aderisce volontariamente ad un'associazione se ne accettano le regole”. Ciascuno di noi deve conoscere l'importanza di diritti e doveri, mostrare grande attenzione ai comportamenti assunti in pubblico e non abusare delle proprie funzioni, specialmente a fini privati. Il direttore di gara non solo deve essere imparziale ma anche apparire tale agli occhi del pubblico e degli addetti ai lavori, tutto ciò tutela da qualunque tipo di critiche.
Il secondo intervento è di Luca Marconi: “Noi alla CAN 5 non vogliamo chi fa l'arbitro ma chi si sente tale. L' AIA è un'associazione di persone che pone la sua base su una responsabilità sociale comprensiva di principi e valori di assoluta integrità morale, rettitudine e correttezza”. Le condizioni fondamentali sulle quali si deve fondare l'attività arbitrale sono: umiltà, senza la quale non c'è modo di progredire, autocritica, che permette di poter crescere, rispetto delle regole, non avere supponenza, non scaricare le colpe ma assumersi la propria responsabilità, avere rispetto dei ruoli.
Su queste basi si fonda un corretto rapporto con calciatori e dirigenti, con gli osservatori, con l'AIA stessa, con l'organo tecnico, nonché con i colleghi.
A seguire Claudio Zuanetti sui concetti di autorità e autorevolezza. Nonostante la radice comune, c'è una profonda differenza tra i termini. La prima si impone, la seconda si deve guadagnare, la prima è soltanto conseguenza di un ruolo e viene accettata per obbligo, la seconda viene guadagnata attraverso il comportamento e l'atteggiamento.
Autoritario è colui che tenta costantemente di dominare, è impulsivo, ha una scarsa tolleranza, non accetta il dialogo, è aggressivo, ha una bassa autostima. Possedere le adeguate competenze tecniche è invece il punto fondamentale per farsi accettare dalle parti e dimostrare autorevolezza. Conoscere il regolamento è la base solida sulla quale dimostrare la predisposizione ad essere leader.
Prendere le decisioni quando necessario e mantenerle nonostante le pressioni, reagire positivamente anche di fronte alla mancanza di rispetto, essere equilibrati nei giudizi e nelle reazioni che devono essere commisurate al problema, rispettare chi è coinvolto nella gara, dimostrare preparazione tecnico atletica adeguata, equilibrio decisionale e uniformità nell'applicazione risultano elementi fondamentali. L'arbitro autorevole sa assumersi le proprie responsabilità e sa misurare in base ad esse le proprie scelte. “Facciamo bene le cose semplici, applicate il regolamento. Dovete essere autorevoli per essere credibili”.
Come di consueto il programma della giornata termina con il lavoro dei gruppi di studio e con l'incontro tra Organo tecnico e direttori di gara suddivisi per Regione.

Nelle fotografie: i test atletici; l'internazionale Alessandro Malfer; l'allenamento pomeridiano; momenti di aula.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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