Una bella storia estiva con protagonista un papà arbitro

Sezione di Albenga

Una bella storia estiva con protagonista un papà arbitroAi raduni si insiste spesso sulla necessità di “aspettarsi l’inaspettato”; deve essere passato questo per la testa di Giampiero Letizia, associato in forza alla Sezione di Albenga “Stefano Grasso”, quando lo scorso 14 agosto, in mezzo al nutrito traffico di vacanzieri che in questa stagione popolano la Riviera ligure, sulla sua auto la moglie Elena ha dato alla luce sulla strada fra Boissano (dove il collega risiede) e Loano il piccolo Christopher.
Per Giampiero, 47 anni, bancario di professione, una buona carriera come arbitro in ambito regionale nel calcio a 11 e nel calcio a 5 alle spalle ed un presente da Osservatore, si tratta del quarto figlio, dopo Francesco (4 anni), Vanessa (3 anni) e Camilla (2 anni).
“Al mattino siamo andati al mare con la famiglia - racconta Letizia - poi Elena mi dice di avere nausea e qualche dolore, quindi andiamo a casa per non prendere rischi; arrivati a casa sono iniziate le contrazioni, che mia moglie mi ha chiesto di cronometrare per vedere quando si stabilizzavano. Visto che i dolori continuavano ad aumentare, per essere pronti ad ogni evenienza abbiamo preparato i nostri figli e li abbiamo portati da mia mamma, nonna Giuliana, quindi siamo partiti alla volta del vicino Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure ma già nelle prime curve si sono rotte le acque e senza nemmeno essere ancora arrivati alla vicina Loano erano già usciti testa e corpo”.
“Ho iniziato a guidare veloce - prosegue il collega - cercando di evitare le buche e restando prudente perché il traffico era intenso e, nonostante sventolassi il fazzoletto bianco per segnalare il pericolo, la mia marcia è stata più volte ostacolata da altri automobilisti, che non capivano la gravità della situazione. Il bambino non piangeva ed eravamo spaventati, abbiamo chiamato il 118 anche per farci aprire il traffico, ma ormai eravamo già sull’Aurelia; a quel punto in venti minuti siamo arrivati in Ospedale, dove per un’incomprensione non ci aspettava nessuno, per fortuna un ragazzo ha chiamato le ostetriche, che hanno tagliato il cordone. Il bambino ha iniziato a piangere e per me e per Elena (che è stata portata al Pronto Soccorso) è stata una liberazione”.
Una favola a lieto fine, in cui gli anni passati sui campi da gioco liguri ha dato a Giampiero forza e lucidità nel gestire la situazione: “L’essere stato arbitro - afferma l’Osservatore - mi ha aiutato nel mantenere i nervi saldi e nell’elaborare il tutto con la giusta lucidità, così come in situazioni abbastanza difficili dovevo mantenere la calma e saper decidere all’istante se fischiare o meno”.
Per Letizia l’arbitraggio è anche una questione di famiglia, dato che è fratello di Alessandro Letizia, referente atletico del CRA Liguria; proprio per la famiglia ed i figli l’Osservatore dedica un pensiero: “Fra le qualità di un arbitro che vorrei che i miei figli avessero —spiega - mi piacerebbe che sapessero gestire le richieste, anche infondate, ed i comportamenti sbagliati delle altre persone, riuscendo ad elaborare la situazione ed a prendere le decisioni giuste”.

Nelle foto Giampiero Letizia (tra Costantino e Manera)

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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