Sezione di Lucca
Una serata diversa dal solito per gli associati lucchesi che hanno accolto il collega Carlo Cremonini della Sezione di Pisa. Cremonini riveste un ruolo chiave per l’andamento della vita associativa: è il Procuratore Arbitrale Nazionale. Un ruolo molto delicato il suo: “controllare il rispetto delle regole associative di chi, come tutti noi, vive la propria attività facendo applicare ai giocatori le regole del gioco”. La sua figura si potrebbe in sostanza assimilare a quella di “arbitro degli arbitri”. Proprio come per un arbitro, ha tenuto a porre l’accento Carlo, non spetta alla Procura comminare le eventuali sanzioni ma alle Commissioni di Disciplina; la procura rileva una infrazione (si potrebbe dire che “fischia il fallo”) ma poi è l’organo di giustizia domestica che sanziona disciplinarmente un associato. Le segnalazioni che arrivano sul suo tavolo sono di varia natura: il mancato rispetto di regole associative legate a procedure “amministrative” sono le più numerose, ma quelle più rilevanti riguardano il mancato rispetto di obblighi comportamentali. Il comportamento che è richiesto obbligatoriamente a un associato AIA, ricorda Cremonini, è molto diverso, per esempio, da quello cui è tenuto un calciatore, specie quando ci troviamo fuori dell’ambiente specifico del calcio. Il nostro regolamento associativo prevede infatti, tra gli obblighi richiesti agli associati quello di “improntare il loro comportamento, anche estraneo allo svolgimento della attività sportiva e nei rapporti con colleghi e terzi, rispettoso dei principi di lealtà, trasparenza, rettitudine, della comune morale a difesa della credibilità ed immagine dell’AIA e del loro ruolo arbitrale”. Questa definizione assume ancor più rilevanza se teniamo presente che nessuno di noi è nell’associazione perché obbligato ma perché vuole farlo. Con la sua naturale spigliatezza e genuinità espositiva Carlo ha intrattenuto in modo lieve e rilassato i colleghi nonostante lo spessore e la rilevanza del tema trattato. Ha impostato la sua “chiacchierata” con gli amici lucchesi proprio elencando la tipologia di “falli” più comune in cui incappano gli associati, specie i più giovani; quella legata a comportamenti impropri messi in atto nell’utilizzo dei vari “social media” ormai presenti in modo massiccio nella vita di ognuno. Molto forte è stata la sua esortazione ai ragazzi su questo punto: i social media sono strumenti utili ed è impossibile vietarne l’uso, ma vanno adoperati in modo attento onde evitare pericolose conseguenze disciplinari. Con l’uso di esempi concreti Carlo ha dimostrato come l’aver attuato sui social comportamenti impropri in termini associativi (commenti, giudizi, foto) ha comportato per alcuni colleghi conseguenze disciplinari inaspettate. L’importanza del tema affrontato la si è potuta avvertire nel finale della serata in cui molte, specifiche sono state le domande, anche in punta di diritto, poste al Procuratore Nazionale da parte dei presenti.
In copertina il Procuratore Cremonini durante un momento della Riunione e poi con il Presidente Ruffo
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)