Due riunioni dedicate ad arbitri e assistenti della CAN PRO

Sezione di Busto Arsizio

Due riunioni dedicate ad arbitri e assistenti della CAN PROProfessionisti sono coloro che, coltivando il proprio talento con testa e impegno, stanno facendo della propria passione una professione. E di ciò la Sezione di Busto Arsizio ne ha avuto più di un assaggio in due riunioni tecniche. Gli ospiti della prima serata sono stati gli arbitri di CAN PRO Lorenzo Maggioni di Lecco, e Simone Sozza di Seregno, coadiuvati dagli assistenti in organico CAN PRO Gamal Mokhtar e Fabrizio Lombardo.
I due giovani arbitri hanno intrattenuto la platea bustocca concentrandosi su uno degli aspetti fondamentali del settore: l’atteggiamento. Entrare in campo con la consapevolezza e la voglia di portare a termine la gara nei migliori dei modi è l’arma giusta per uscirne vincitori. Sicurezza, potenza e presenza sono le caratteristiche che li hanno contraddistinti: hanno trasmesso ai giovani arbitri quanto una grande personalità possa colmare anche gli eventuali errori o difficoltà nelle varie situazioni.
Ma per non commettere errori e non sentirsi in difetto, un arbitro cosa deve conoscere? Il regolamento. Su questo argomento si sono soffermati gli ospiti della seconda serata presso la sezione di Busto Arsizio, ovvero l’arbitro CAN PRO Pierantonio Perotti e l’assistente Robert Avalos. Dalla serata è emerso quanto le regole del giuoco del calcio debbano essere la Bibbia per un direttore di gara che è il portatore della “giustizia” nel rettangolo verde. I due relatori hanno mostrato, attraverso vari video, le insidie che si nascondo dietro un apparente e semplice calcio di rigore: i casi sono tanti e un arbitro deve essere pronto a tutto. La testa e il ragionamento devono condurre a fine gara.
La tenacia dei loro occhi ha lasciato il segno nell’AIA bustocca e questo li ha contraddistinti: che il loro futuro e di chi ha passione e voglia di farcela possa condurli dove li porta il cuore del mestiere.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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