Sezione di Como
Il giorno dopo le 200 presenze in Serie A, il fischietto quarantaduenne di Schio regala spunti di riflessione ai giovani arbitri di Como che hanno ascoltato con attenzione gli ingredienti del successo per arrivare a diventare "il grande arbitro che è dentro ognuno di voi". C'era tanta attesa per conoscere da vicino Daniele Orsato, l'ospite nazionale scelto per la visita nella Sezione lariana, proprio quell'arbitro che con un solo sguardo risolve spesso situazioni delicatissime nel massimo Campionato di calcio italiano, l'olimpo a cui tutti gli arbitri ambiscono.
Dopo un allenamento insieme ad una trentina di giovani arbitri sognatori, il collega internazionale si è diretto in Sezione in cui lo aspettava una calorosa accoglienza. "Mamma arriverò in Serie A in sedici anni", furono le prime parole di Daniele Orsato tornato a casa dopo la prima lezione del corso arbitri. Promessa mantenuta, ma con tre anni di anticipo: "Sono arrivato a calcare i bellissimi campi d'erba della Serie A credendo ogni giorno in me stesso - ha affermato Daniele, davanti ad una sala gremita, tipica delle grandi occasioni - solo in questo modo è possibile raggiungere risultati che non si immaginano neanche. Oggi, dopo duecento fischi di inizio nella massima serie, devo ringraziare la mia famiglia, gli amici e me stesso perché ho sempre lavorato per raggiungere uno scopo fidandomi dei consigli della mia Sezione ed essendo positivo". Orsato ripercorre gli inizi della sua carriera fino ad arrivare alle prime partite in Serie C e nella serie cadetta, dove tutto inizia ad essere da un certo punto di vista più facile: "Le prime categorie sono quelle in cui si formano gli arbitri e costruiscono quel bagaglio che li accompagna fino alla propria Serie A. La ricerca al proprio miglioramento deve essere continua, ma le basi devono essere costruite già nella propria Sezione, soprattutto dal punto di vista comportamentale. Si può sbagliare in campo - continua Daniele - ma ciò che non si può vivere nel rettangolo di giuoco è la mancanza di equilibrio: cercate quindi di essere voi stessi mentre arbitrare come nella vita di tutti i giorni". Daniele poi si rivolge ai più giovani e con un grande ottimismo e carica emotiva invita tutti a pensare a quali potenzialità siano nascoste in ogni presente, ma è necessaria la continua applicazione: "Successi ed insuccessi si affrontano con i propri colleghi e ciò che deve unire l'appartenenza a questa grande famiglia è la condivisione degli sforzi sul regolamento, in pista e durante le partite. Nessuno vi regalerà nulla - è il monito di Orsato -, ma sappiate che il campo è lì pronto per offrirvi le possibilità di conquistare il vostro sogno".
La serata è proseguita poi con la visione e l'analisi di quattro filmati, da cui si sono comprese numerose "massime" sul livello di tolleranza delle proteste, sull'importanza della vicinanza all'azione in termini di prevenzione, sull'impostazione della propria "reazione" all'azione di mobbing da parte dei calciatori, sulla coerenza tecnica e sulla concentrazione. Prima di consegnare un piccolo ricordo a Daniele, numerosi colleghi hanno voluto fermare il tempo di questo speciale incontro in una fotografia o in un autografo: elementi concreti che ricorderanno quanto sacrificio e autostima possano aiutare a conquistare il proprio sogno.
Nella foto principale la consegna del ricordo a Orsato da parte del presidente Matteo Garganigo. Nelle altre fotografie: Il gruppo degli arbitri comaschi che ha avuto la fortuna di allenarsi con Daniele; La platea degli arbitri della sezione di Como; Daniele Orsato in un momento della sua riunione.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)