La serata celebrativa per il novantesimo anniversario

Sezione di Como

La serata celebrativa per il novantesimo anniversarioL’hotel Castello di Casiglio di Erba (Como) ha ospitato sera un momento di approfondimento e una festa per celebrare il Novantesimo della Sezione arbitri di Como, intitolata ad Andrea Riella.
Dopo i saluti dell’assessore allo Sport del Comune di Como, Marco Galli, il Presidente della Sezione comasca, Matteo Garganigo, ha introdotto la serata ringraziando i numerosi ospiti presenti e provenienti da tutta Italia.
Moderati da Francesco Ceniti, giornalista della Gazzetta dello Sport che si occupa da anni del mondo arbitrale, si sono confrontati nel convegno “Arbitri in campo e nelle scelte quotidiane: storie di uomini che decidono ogni giorno” il Presidente dell’AIA, Marcello Nicchi, il Procuratore Capo di Lecco, Antonio Chiappani ed il Presidente Garganigo.
“La Sezione di Como – ha ricordato il Presidente – è nata solo 17 anni dopo la nascita della Federazione nazionale con un obiettivo che si è perpetuato nel tempo, ossia quello di far crescere arbitri ma anche uomini”.
Oltre 200 sono gli associati attuali, 17 i Presidenti che si sono succeduti nel corso dei novant’anni di storia, 89 le gare arbitrate da comaschi nella massima serie calcistica nazionale.
Sollecitato dalle domande di Ceniti, il dott. Chiappani ha sottolineato come oggi il problema più grande, dentro e fuori dai campi di calcio, riguardi la banalizzazione delle regole. “Ma le regole – ha detto – sono fondamentali in qualsiasi situazione, compreso il campo di calcio e la stessa figura dell’arbitro deve necessariamente esse-re rispettata, senza eccezioni”.
“L’AIA è oggi un fiore all’occhiello della Figc ma anche del calcio mondiale – ha detto il presidente Nicchi ricordando i numeri dell’organizzazione – ed è fondamentale difendere l’autonomia tecnica dell’Associazione. Per mantenere la giustizia e il rispetto delle regole ci vogliono le istituzioni ed è per questo che non è possibile tollerare alcun episodio di violenza contro l’arbitro”.
Nicchi ha ricordato come recentemente sia stato costituito un osservatorio per monitorare i casi di violenza contro gli arbitri di calcio e sia stata formata una équipe di avvocati dedicata alla tutela legale degli associati. Le violenze sono ridotte, ma non si sono ancora azzerate.
“Se si arriva a fermare i Campionati, come accaduto la scorsa settimana in Lazio – ha aggiunto Nicchi – abbiamo perso tutti: ma se questa è l’unica strada, la percorreremo con decisione perché l’arbitro, proprio in quanto custode e garante delle regole, non può essere neppure sfiorato. Per contrastare questi fenomeni, nell’ambito sportivo come in quello civile deve esserci la certezza della pena”.
“L’AIA – ha concluso - non fa solo un servizio alle squadre di calcio, ma fa cultura, perché è una scuola di vita e il rispetto delle regole unito al rispetto delle persone so-no i cardini della nostra azione”. Nel corso del dibattito spazio anche alla tecnologia, in particolare al Var: “Lo strumento sta funzionando – ha sottolineato Nicchi – e credo quindi che diventerà un contributo essenziale per gli arbitri della massima serie”. Al termine del confronto, spazio ad una cena speciale per spegnere le novanta cande-line: la riflessione sul passato e sul presente è servita per ritrovare motivazioni ed energie che consentiranno di proseguire la storia di questa organizzazione, continuando ad essere arbitri in campo ma anche nelle scelte quotidiane.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
I nostri sponsor

Partner solidale

Copyrights © 2021-2024 Tutti i diritti riservati
Associazione Italiana Arbitri