Sezione di Parma
Non deve essere una persona amante dei formalismi, Fabrizio Pasqua. Alla riunione con gli arbitri parmigiani che per l’occasione hanno gremito i locali sezionali, si è presentato come il fratello maggiore dei giovani arbitri quasi “dimenticando” di far parte dell’organo tecnico nazionale più ambito.
Fabrizio ha parlato praticamente a braccio, con le maniche tirate su, quasi a rimarcare ancora una volta che senza il sacrificio e il lavoro nulla si può pretendere. “Lo dico ai più giovani – ha affermato convintamente il fischietto laziale – dovete saper sognare perché se non avete un obiettivo sarete destinati a vivacchiare e, piano piano, a svuotarvi di motivazioni. È pericoloso, tuttavia, anche il sentimento opposto: chi sogna troppo in grande rischia di scottarsi e di perdere contatto con la realtà. Il ragazzo che ha appena cominciato non può pensare ora alla serie A, ma deve solo imparare e lavorare in vista del traguardo più prossimo a lui, la categoria immediatamente superiore. Il traguardo deve essere credibile altrimenti sconfina dell’utopia e, pertanto, diventa impossibile da realizzare”.
Pasqua è andato oltre la preparazione della singola gara. “Dobbiamo studiare, per quanto possibile, chi incontreremo di volta in volta e, più si sale di categoria, meno potrà essere lasciato al caso. Non per questo, tuttavia, dobbiamo considerare la gara come un copione già scritto e per questo immutabile: le variabili del gioco sono così tali e tante che non si possono certamente ricondurre ad un ferreo codice scritto. Durante i 90 minuti bisogna essere vigili e cogliere il primo spiffero di cambiamento che il gioco offre, altrimenti saremo colti di sorpresa e proveremo a metterci riparo quando la gara è ormai andata”.
Molta la voglia di colloquiare con i presenti dopo la breve introduzione di benvenuto del presidente della sezione ducale Matteo Comastri. Al termine dell’applaudito intervento sono seguite numerose domande formulate dai colleghi: da semplici curiosità al ruolo del VAR in episodi controversi, Fabrizio ha avuto per tutti la risposta pronta mostrando, ancora una volta, gentilezza e umiltà.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)