Sezione di Frosinone
Nella Sezione di Frosinone si svolta una Riunione Tecnica particolare: ospite e relatore dell'evento il Responsabile Tecnico della Prima Squadra del Frosinone Calcio Moreno Longo. Il Presidente Iaboni ha voluto innanzitutto ringraziare il tecnico per la sua disponibilità e per aver accettato di confrontarsi con una platea arbitrale. Longo si è dimostrato subito disponibile all'interazione manifestando interesse nel conoscere più da vicino il punto di vista dei direttori di gara.
I presenti in platea, trovandosi di fronte un relatore assolutamente inconsueto, hanno posto numerose domande all'ospite soprattutto concentrando l'attenzione su tematiche molto delicate e vicine alla loro realtà quali il rapporto Arbitro-Calciatore e Arbitro-Dirigente, un rapporto difficile che viene evidenziato in tutte le categorie, da quelle provinciali a quelle regionali, senza dimenticare l'ambito nazionale.
I giovani presenti, interessati all'argomento, hanno inoltre chiesto all'ospite come viene intesa e percepita la figura dell'arbitro e da cosa nascono i contrasti sempre più spesso rilevati.
Alla base di tutto viene posta l'educazione, un biglietto da visita fondamentale. Secondo il Mister, molto spesso, è proprio il modo di porsi e di relazionarsi con i Dirigenti delle squadre di calcio a condizionare l'andamento della gara, ma contestualmente ha anche evidenziato quanto, nell'immaginario collettivo, la figura arbitrale sia purtroppo ancora percepita come ostile. “L'arbitro di oggi è un atleta a tutti gli effetti ed è preparato da un punto di vista tecnico tanto da essere considerato un professionista a 360 gradi, ma è proprio la sua educazione a renderlo credibile e apprezzato”, una sua risposta a riguardo.
Proprio come i giocatori, a dire del mister, anche gli arbitri ambiscono a risultati importanti: “Ognuno segue un percorso di crescita differente, ma è la voglia di arrivare ed i numerosi sacrifici che forgiano la personalità”. Longo ha voluto chiudere il suo intervento raccontando il proprio percorso da allenatore, e con grande carisma ha scosso gli animi dei più giovani ricordando che crescere vuol dire mettersi in gioco e che solo con passione e dedizione ognuno ha la possibilità di ambire.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)