Sezione di Roma 1
“Si può sbagliare sempre. Siamo arbitri, ma soprattutto siamo umani. Però gli errori in campo e fuori dal campo possono darci delle emozioni contrastanti”. Con queste parole l’arbitro internazionale Maurizio Mariani ha voluto dare il suo contributo ai tanti giovani arbitri della sezione di Roma 1. È stata una serata speciale, come ha tenuto a sottolineare il presidente della sezione “Generoso Dattilo”, Roberto Bonardo. Non la solita Riunione Tecnica, ma l’incontro con un arbitro amico della sezione che, dallo scorso dicembre, ha raggiunto i laziali Paolo Valeri e Daniele Doveri nell’olimpo degli internazionali.
La serata ha visto la presenza dl componente del comitato nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri, Umberto Carbonari, del presidente della sezione di Aprilia, Pietro Cazzorla, e di numerosi arbitri nazionali, tra cui Federico La Penna, Valerio Marini e Francesco Fourneau.
Dopo il saluto di Umberto Carbonari, che ha ricordato alcune doti di Mariani, che lo contraddistinguono non solo come arbitro ma anche come uomo, la parola è passata al protagonista della serata, che ha voluto subito ricordare l’indimenticabile Stefano Farina, che da responsabile della CAN B sosteneva che “fare l’arbitro vuol dire fare qualcosa con amore. E’ una vita parallela segnata da passione e sofferenza. Il successo non è fortuna, è il frutto della non rinuncia e del sapersi rialzare dopo ogni caduta”.
Mariani ha ricordato brevemente i suoi esordi avvenuti nella sezione di Venezia, in quanto si trovata nella città lagunare per motivi di studio. Aveva 18 anni quando deciso di fare il corso arbitri perché era l’unico modo per uscire dalla scuola in cui si trovava. “Dopo aver fatto il corso”, ha detto Mariani, “sono stato sei mesi senza dirigere una gara. Finché un giorno il presidente mi ha detto: “Se non fai una gara sono costretti a mandarti via”. Nel giro di un anno, sono arrivato fino alla terza categoria. Poi sono ritornato ad Aprilia. Ero convinto di aver raggiunto un buon livello. Ma i dirigenti della mia sezione mi dissero che non conoscevano il livello tecnico delle gare che facevo a Venezia, e per questo motivo mi fecero ripartire dai giovanissimi. Ecco questa è stata per me la mia prima caduta”.
L’arbitro internazionale ha poi spiegato gli aspetti necessari per poter aspirare ai vari traguardi dell'attività arbitrale: impegno, allenamento, passione, partecipazione alla vita sezionale e continuo aggiornamento tecnico con una attenta scelta di parole chiave come fame, determinazione, carisma e coraggio di prendere la decisione che si ritiene giusta.
Foto di Stefano Squarcia
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)