Sezione di Rovereto
La vita arbitrale è piuttosto imprevedibile, ma una costante la si può comunque trovare: è molto difficile, se non addirittura impossibile, non imparare qualcosa dalle riunioni tecniche con ospiti grandi arbitri. Trend positivo, questo, che ha recentemente trovato decisa conferma in occasione dell’ultima riunione della Sezione di Rovereto.
Angelo Galante era l’ospite di eccezione e, appena preso parola, ha deciso di dispensare un importante consiglio: “Arbitrare è prima di tutto condivisione”. Parlare con i colleghi, confrontarsi e consigliarsi. Condividere i momenti belli e i meno belli, “con i colleghi nazionali, così come con i ragazzi dell’ultimo corso arbitri”, un arbitro non può e non deve farne a meno.
Al di là dei numerosi consigli tecnici, molto preziosi visto il curriculum di assoluto rilievo di Galante, il Presidente della Sezione di Ancona è riuscito a trasmettere qualcosa di più. Si è partiti dalla differenza tutt’altro che banale tra chi fa l’arbitro e chi invece è arbitro per arrivare alla necessità di essere autorevoli contrapposta ai rischi derivanti dall’essere invece autoritari.
Molti sono stati anche gli aneddoti sulla sua carriera che Galante ha snocciolato durante la serata tra un tema e l’altro, tanti dei quali riguardanti momenti condivisi con Alessandro Malfer, altro pilastro del Futsal mondiale e associato di Rovereto. Quello che più forse è rimasto impresso ai giovani arbitri di Rovereto riguarda però l’infanzia dell’ospite. Galante è originario di San Giovanni Rotondo e ricorda di quando andava a guardare le partite al campo del suo paese dove anche un semplice match di Promozione veniva vissuto come la finale di un mondiale. Un giorno, vede arrivare al campo un ragazzo molto giovane, elegante, distinto, con una camminata sicura che lo distingueva da tutte le altre persone presenti al campo: era l’arbitro. “Non ricordo come abbia arbitrato, ma la sua figura mi è rimata molto impressa ed è lì che ho capito di voler indossare quella divisa.”
È difficile riassumere in poche righe tutto ciò che l’11 marzo è stato detto nei gremitissimi locali della Sezione di Rovereto, dove hanno voluto essere presenti anche colleghi venuti fin da Varese, Rovigo e Merano, quindi chiudiamo con una frase particolarmente significativa pronunciata dall’ospite e che riassume al meglio il suo modo di vivere l’AIA: “Ogni singola partita, anche quella che vi sembra la più insignificante, deve essere la vostra Serie A”.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)