Motivazione e crescita con Paolo Mazzoleni

Sezione di Treviso

Motivazione e crescita con Paolo MazzoleniÈ stata sicuramente una riunione ricca di spunti interessanti quella che si è svolta lunedì 18 marzo presso la Sezione di Treviso e non poteva essere altrimenti alla luce della caratura dell'ospite della serata. Infatti Paolo Mazzoleni, arbitro in forza alla CAN A da ben quattordici Stagioni Sportive, ha intrattenuto la vasta platea con la sua caratteristica verve ed il suo eccezionale carisma fornendo numerosi spunti di riflessione concernenti la figura dell'arbitro e le qualità caratteriali necessarie per svolgere al meglio il suo compito e migliorarsi partita dopo partita.
In primo luogo Paolo ha tenuto a sottolineare che la priorità assoluta nell'arbitrare è divertirsi: infatti solo con il divertimento nello svolgere questa attività si può sviluppare quella passione e quell'entusiasmo indispensabili per trovare le motivazioni necessarie. Proseguendo su questa falsariga, l’ospite ha evidenziato come "non esiste una ricetta predeterminata per creare un grande arbitro" poiché le differenze fisiche e caratteriali rendono diverse le basi di partenza; tuttavia, per tutti sono imprescindibili la volontà di lavorare sui propri limiti, anche a costo di compiere alcuni piccoli sacrifici, e la capacità di mettersi in discussione in ogni momento e di non sentirsi mai appagati, visto che nel mondo dell'arbitraggio c'è sempre qualcosa da imparare anche per gli elementi più esperti.
Paolo ha poi voluto specificare quali secondo lui siano gli atteggiamenti mentali che consentano ad un arbitro di poter raggiungere traguardi personali importanti, sia prima sia dopo lo svolgimento delle partite.
Sotto il primo profilo, ha sottolineato come siano imprescindibili una buona preparazione, atletica e regolamentare, ed un impeccabile profilo comportamentale, evidenziando come giocatori e dirigenti siano molto più disponibili ad accettare un eventuale errore se vedono presenti nell'arbitro questi requisiti essenziali.
Si è poi evidenziato il ruolo fondamentale dei momenti successivi alla gara, in cui, una volta venuta meno l'adrenalina della partita, è possibile svolgere una sincera autocritica della propria prestazione.
In questo momento, secondo Paolo, è fondamentale non crearsi alibi a fronte di una prestazione non positiva, ma nel contesto di un percorso di crescita si deve riuscire, anche grazie al fondamentale apporto degli osservatori, ad individuare i profili di criticità con una schietta auto-analisi.
Molto significativa è stata la frase con cui Paolo ha concluso la propria esposizione, asserendo che "un arbitro deve rispondere solo al proprio Organo Tecnico ed alla propria coscienza" i quali devono fungere da guida in un percorso lungo e difficile, in cui è sempre necessario trovare nuovi stimoli e nuove motivazioni, guidati sempre da quell'entusiasmo che deve animare sempre l'operato degli arbitri.

(Foto: Alessandro Gava)

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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