Sezione di Locri
Si è svolto lo scorso 5 aprile, presso il Palazzo della Cultura di Locri, l’importante convegno divulgativo “Il rispetto delle regole attraverso lo sport”. Il dibattito è stato organizzato della Sezione AIA di Locri e dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) ed ha riscontrato un notevole interesse da parte del numeroso pubblico intervenuto.
Alla discussione hanno partecipato, dopo i saluti di Roberto Rispoli, Presidente Sezione AIA di Locri, il Prefetto della Provincia di Vibo Valentia Giuseppe Gualtieri, nella duplice veste di rappresentante del Governo ed associato AIA di Locri; Angela Busacca, docente di Diritto Sportivo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; il Giudice Carlo Alberto Indellicati, della Procura di Catania; Simona Manno, Presidente dell’AIGA; Maurizio Condipodero, Presidente del CONI Calabria; la consigliera comunale Domenica Bumbaca. L’evento è stato moderato dall’avvocato Antonio Cutugno, associato AIA della Sezione di Locri ed organizzatore dello stesso.
Dalle discussioni è emersa l’esigenza di improntare la cultura sportiva e di contrasto alla violenza attraverso la propedeutica educazione sin dall’età pre-adolescenziale; non solo le scuole e le famiglie hanno il compito di educare, ma soprattutto le associazioni sportive che svolgono l’importante ruolo di inquadramento nell’etica sportiva e nel rispetto delle regole che inevitabilmente si rifletterà nei comportamenti dell’adulto di domani.
Dopo l’introduzione del Presidente Rispoli e del Presidente Coni Condipodero, il Prefetto ha sottolineato come le misure di contrasto, quali il DASPO, fungono da deterrente ma non bastano allo scopo, constatando come l’abbattimento delle barriere nel calcio, oggi, siano lontane. Indellicati, con trascorsi sportivi, ha sottolineato l’importanza del fair play che riveste l’importante ruolo di educatore, attraverso l’esempio mediatico, quindi si è “obbligati a non sbagliare”.
Il discorso tecnico della professoressa Busacca ha fatto molto chiarezza nel distinguo tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, entrambe appartenenti all’ordinamento nazionale ed il discernimento tra impatto consentito, ossia il caso in cui un calciatore si renda attore dello scontro, senza alcuna violazione delle regole del gioco. Ebbene in questo caso, per poter determinare la responsabilità penale in capo all’atleta, è necessario dimostrare che quest’ultimo, con la sua condotta, abbia superato quello che comunemente nell’ordinamento giuridico viene definito il “rischio consentito”.
Alle conclusioni dell’avvocato Manno sono seguiti numerosi interventi che hanno visto rispondere i relatori con entusiasmo fino a tarda ora. Un convegno dinamico, che attraverso le riflessioni, le argomentazioni all’interno dell’ordinamento giuridico sportivo e penale, attraverso l’etica, ha tracciato le basi per una più consapevole lettura di questo bellissimo mondo ludico.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)