Trefoloni: “Il più grande pericolo è il punto di minor paura”

Sezione di Tivoli

Trefoloni: “Il più grande pericolo è il punto di minor paura”“Allegria: come un lampo di vita, come un assalto di gioia”. È questa la colonna sonora con è stato calorosamente accolto Matteo Simone Trefoloni, già Presidente del Comitato Regionale Arbitri della Toscana ed attuale Responsabile della Commissione Arbitri Nazionale Serie D.

Una vera e propria dichiarazione d’amore per il gradito ospite da parte del Presidente Francesco Gubinelli e di tutti gli arbitri tiburtini, tanti dei quali, giovanissimi, hanno finalmente potuto conoscere il personaggio che per tanti anni è entrato negli schermi della loro infanzia come Arbitro Internazionale FIFA e protagonista di ben 127 presenze in Serie A.

“Per me è un piacere essere qui a portarvi la mia idea di arbitraggio”, ha esordito il Responsabile della CAN D, utilizzando la metafora del treno per descriverel’attività arbitrale: “Non pensate che possa esserci sempre un secondo treno ad aspettarvi. Fare l’arbitro in una categoria nazionale vuol dire lottare per rimanere sul treno che avete preso quando vi hanno promosso dalla regione, saper mantenere il posto centrale che vi permette di viaggiare il più comodamente possibile. Nessuno vuole perdere il treno del successo:se non vi impegnate, non lavorate e non avete un progetto alla prima galleria verrete sbalzati fuori dal treno per lasciare spazio a chi ci crederà più di voi”. Un’altra componente fondamentale è quella della percezione di se stessi. “Non vi sentite mai arrivati, non sottovalutate nessuna partita. Sin da quando ricevete la designazione dovete ricercare le motivazioni giuste che vi consentiranno di arrivare alla partita né al di sopra né al di sotto di quella fascia ottimale che vi faccia sentire motivati ma non agitati, concentrati ma non preoccupati”, ha precisato Trefoloni. Questo è il segreto per farsi trovare pronti quando si dovrà scendere in campo e non ci sarà più tempo per pensare a niente, se non ad arbitrare: “L’ingresso in campo è un punto di non ritorno. Quando fischiate l’inizio della partita siete come un tuffatore che ha appena staccato i piedi dal trampolino. Da quel momento in poi non si improvvisa più”.

Trefoloni, quindi, ha posto l’accento sull’aspetto emotivo che accompagna ogni arbitro al fischio d’inizio: “Arbitrare è provare emozioni forti e, soprattutto, avere paura. Questo non significa non avere fiducia nelle vostre capacità o avere timore dei calciatori. Si tratta, piuttosto, di quella paura sana e positiva legata al fatto che qualcosa a cui tenete tantissimo possa andare storto. Ma, in realtà, quando inizia la partita capirete cheil punto di più grande pericolo è il punto di minor paura. In quel momento, infatti, vi renderete conto di essere alle prese con l’esperienza più bella della vostra vita e, se avete preparato bene la gara, non permetterete a nessuno di interrompere quel sogno”. Bisogna voler bene all’arbitraggio, soltanto così potranno arrivare i risultati.

È questa la ricetta del Responsabile della CAN D per raggiungere i massimi livelli: “Il risultato di avere voglia, di essere disposti a fare sacrifici e di credere in se stessi è, il più delle volte, saper arbitrare. Sono queste le caratteristiche che cerchiamo negli arbitri nazionali”. In seguito, Trefoloni ha esortato i ragazzi a frequentare sempre la Sezione: “Arbitrare è appartenenza. E’ da queste storiche mura che parte il sogno di ognuno di voi. Siete fortunati ad essere rappresentati da un Presidente ‘illuminato’ come Francesco e ad avere attorno a voi eccellenze arbitrali del presente e del passato, come Fabrizio Pasqua, Livio Marinelli, Sergio Coppetelli e Domenico Ramicone, che reputo il miglior assistente arbitrale italiano di tutti i tempi”.

Da qui l’appello appassionato di Trefoloni ad affrontare l’attività arbitrale con concentrazione, fiducia, personalità e fame per poter capitalizzare al massimo la conoscenza, gli strumenti di formazione, la didattica e le esperienze vissute che la Sezione fornisce gratuitamente: “Il sogno è quello che riponete nel cassetto prima di andare a dormire, il progetto è quello che vi tiene svegli per portarlo a compimento. La differenza tra un sogno e un progetto passa dalla fame che avrete, da quanto sarete disposti a dare e a mettervi in discussione”. In conclusione, il Presidente Gubinelli e il Presidente Emerito Augusto Salvati, a nome di tutti gli arbitri tiburtini, hanno donato a Trefoloni un piccolo omaggio in segno di riconoscenza per la sua gradita visita e per aver stimolato un confronto su argomenti che senza la sua profonda sapienza, tecnica e umana, sarebbe stato impossibile approfondire.
In anteprima: Trefoloni. In gallery: Trefoloni e Gubinelli; Trefoloni e Salvati; alcuni momenti della lezione tecnica; la sala gremita; Marco Civilini, Lorenzo Ravaioli, Simone Innocenzi, Edoardo Salvatori; Lorenzo D’Ilario. (Foto di Mauro rinaldi)

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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