Sezione di Treviso
Il collega Stefano Lecca, arbitro della Sezione di Treviso e dal 2017 Componente del Servizio Ispettivo Nazionale, ha ricevuto l’Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua attività di volontariato nell’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule) e nella Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, oltre ad essere stato anche autore di un particolare gesto di solidarietà.
Stefano Lecca, classe ’63, sposato con tre figli, laureato in Scienze della Comunicazione e Master in CTU e CTP Ausiliari del Giudice, oggi ha 38 anni di tessera arbitrale e presta il suo tempo e la sua professionalità all’AIA fuori dal terreno di giuoco.
Stefano, cosa rappresenta per te questo riconoscimento?
“Moltissimo, è una onorificenza che ha un enorme significato civico, a dimostrazione che i comportamenti e i valori contano ancora e ti distinguono nella vita, un risultato che desidero condividere con i miei figli e i giovani arbitri”.
Quale particolare attività ti ha portato ad essere segnalato per il conferimento dell’Onorificenza?
Credo che siano stati due i principali motivi che hanno determinato questo conferimento. Mi risulta che, come già avvenuto nel 2012 per l’Onorificenza di Cavaliere, sia stata la Sezione AIDO provinciale di Treviso a fare una segnalazione per la mia attività di volontariato che presto da oltre 25 anni all’Associazione. Inoltre, sono a conoscenza che una associazione della zona di Carpi mi ha segnalato a seguito di un mio particolare gesto di solidarietà in favore dei terremotati di un piccolo paese dell’Emilia.
Cosa ti ha portato ad essere sensibile verso gli altri ?
I miei genitori, la mia famiglia e l’AIA. Non è una risposta di circostanza: è la verità perché hanno avuto un ruolo fondamentale nel mio crescere come persona. Mi hanno trasmesso i valori dell’onestà, del rispetto delle regole, della condivisione, del rispetto umano, dell’educazione, del reciproco aiuto, della solidarietà e del rispetto dei ruoli.
Oggi sei componente presso il Servizio Ispettivo Nazionale, ti relazioni con tantissimi colleghi arbitri, ci sono similitudini col mondo del volontariato in genere?
Certo, far parte del S.I.N. è un modo diverso di essere al servizio dell’Associazione anche lontano dal terreno di giuoco. E’ mettere a disposizione le proprie competenze. E’ un ruolo fondamentale di aiuto agli arbitri e all’amministrazione delle Sezioni e dei Comitati Regionali e Provinciali. Una forma di supporto che gratifica molto. Consigliare, sostenere, correggere, aiutare, supportare i colleghi è una forma di altruismo. Un ruolo fatto di relazioni umane e le similitudini col volontariato sono molte, anzi moltissime.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)