I numerosi associati laziali sul fronte anti Covid

CRA Lazio

I numerosi associati laziali sul fronte anti CovidDalle Sezioni AIA del Lazio arrivano numerose testimonianze di associati che nel corso dell’emergenza pandemica sono stati impegnati su più fronti nel contenimento del COVID. Partiamo da Roma 1, dalla farmacista Martina Paladini, arbitro di calcio a 5 in forza al Comitato Regionale Arbitri. “Quotidianamente ho collaborato con i medici dell’Ospedale San Camillo di Roma per la fornitura di medicinali”, ha detto, “così come ogni sera ho consegnato i farmaci nelle case, soprattutto a persone anziane”. Attilio Viola, arbitro effettivo al CRA Lazio e appartenente alle forze dell’ordine, ha partecipato a controlli per il rispetto delle misure di contenimento del virus. Infine, Gregorio Alfieri, assistente al CRA Lazio, è un volontario della Croce Rossa. “Ho soccorso persone di ogni età e con ogni problematica”, ha raccontato, “ma negli occhi delle persone affette dal virus ho visto qualcosa di diverso. Ancora oggi mi domando quanto fosse tutto ciò fosse influenzato dal mio punto di vista e quanto fosse reale”.
Passiamo alla Sezione di Aprilia, dove abbiamo Federica Di Biase, Mattia Fanelli e Federico Petrazzuolo, che hanno offerto assistenza a livello di volontariato e professionale. I tre fanno parte della Croce Rossa Italiana e hanno partecipato a molte attività, dal portare la spesa e farmaci a casa per le persone anziane o con problemi ambulatorie, alla consegna di pacchi di prima necessità per le numerose famiglie in grave difficoltà economica, fino al trasporto infermi.
Cassino è invece la Sezione di Federico Pontone, medico al terzo anno di Anestesia assegnato alla Rianimazione di Reggio Emilia; Alessandro Massaro, assistente sociale in un ospedale pediatrico romano; Giuseppe Signoriello, infermiere presso l’ospedale di Cassino. Tutti sono scesi in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Con loro abbiamo ripercorso brevemente quei tristi momenti: “Ero lì bardato da capo a piedi contribuendo a salvare persone dalla morte. Ore ed ore dentro le tute, sembrava come arbitrare perennemente all’80°”, ha detto Federico. “Non siamo eroi, siamo persone semplici abituate ad aiutare il prossimo. Abbiamo messo da parte le paure e abbiamo scelto il coraggio, la professionalità e la speranza, mettendo al primo posto il bene comune!”, ha dichiarato Giuseppe. Infine Alessandro: “Come sempre i bambini ci danno la forza di affrontare ogni difficoltà. Il Coronavirus non ha cambiato la passione, la determinazione e il coraggio di svolgere questo lavoro”.
Per la Sezione di Ciampino c’è invece Matteo Federici, operatore socio - sanitario e volontario della Croce Rossa, che ha prestato il proprio servizio presso l’aeroporto di Fiumicino dove si occupava del trasferimento dei soggetti positivi in bio - contenimento.
A Frosinone ci sono Emanuele Tartarone, medico in forza per la Medicina d’urgenza, operativo prima per il pronto soccorso di Pordenone, poi presso il Dipartimento d’emergenza e accettazione di Frosinone; Daniele Bianchini, medico operativo per la rianimazione del Sant’Andrea di Roma e 118 emergenza territoriale. “Il COVID non ci dà ampi margini, bisogna essere decisi, determinati, per cercare di salvarne il più possibile. Su questo aspetto ci siamo fatti trovare più che pronti, 12 anni di scuola di vita sul campo di calcio ci hanno formato anche a questo: a volte, i libri di scuola non bastano. Le risorse sono poche, i posti letto in terapia intensiva scarseggiano e noi siamo troppo pochi, diventa necessario fare straordinari, ma noi siamo pronti anche a questo, a giocarci tutto nei minuti di recupero”, è il commento all’unisono dei due.
Nella Sezione di Tivoli l'emergenza sanitaria ha visto coinvolti in prima linea tre associati: Augusto Salvati (Presidente onorario e coordinatore del Corso arbitri, nonché referente medico del CRA Lazio), Francesco Pascucci (referente medico sezionale) e Salvatore Ferrante (responsabile del calcio a 5 sezionale). Augusto e Francesco sono tra i più stimati medici di base dell'area tiburtina ed in un momento così delicato sono stati un punto di riferimento fondamentale per l'intera comunità. Salvatore, invece, nella sua professione di guardia giurata presso un noto istituto di vigilanza, è venuto spesso a contatto con positivi e, sottoposto regolarmente a tampone, non ha mai smesso di svolgere la sua attività nonostante le condizioni avverse.
Concludiamo con la Sezione di Viterbo, dove c’è l’arbitro Marco Corradi, dal 2005 autista soccorritore nel 118, operativo nella postazione di Tuscania, uno dei comuni della provincia viterbese più colpita dal COVID. “Da marzo le mie giornate iniziano indossando la tuta protettiva e la mascherina, poi i guanti ed infine gli stivali: gesti sempre uguali e rapidi, perché anche pochi minuti possono fare la differenza. Noi arbitri siamo abituati: tanto sul campo quanto in ambulanza, servono concentrazione e preparazione”.
Sempre per la Sezione di Viterbo c’è, Rinaldo Menicacci, tecnico di radiologia presso l’ospedale di Orbetello, “Non siamo ospedale COVID, ma transitano comunque da noi quelli sospetti, ai quali facciamo la radiografia al torace in una tenda appositamente attrezzata. Nei casi più gravi facciamo anche la TAC. All’inizio della pandemia ero preoccupato, stanco, non è facile lavorare indossando sempre camici speciali e mascherina. I turni sono stati massacranti, è stata dura”.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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