Sezione di Lovere
Si è svolta venerdì 22 gennaio la prima lezione tecnica del girone di ritorno di questa anomala Stagione Sportiva 2020/2021 per la Sezione AIA di Lovere. Il momento difficile, lontano dai campi e dalla quotidianità arbitrale, non ha scoraggiato gli associati che hanno risposto con una massiccia presenza. Ospite della serata l’assistente arbitrale in forza alla Commissione Arbitri Nazionale Giacomo Paganessi della Sezione di Bergamo, che ha saputo intrattenere la platea con aneddoti del suo percorso arbitrale ed esperienze vissute, con molta semplicità e simpatia.
È proprio questo il leitmotiv che la Sezione di Lovere vuole mettere in campo, come già ribadito nella presentazione dal neo-Presidente Sandro Ghiroldi e dall’intervento dell’arbitro CAN D Andrea Zambetti: tenere accesa la fiamma della passione attraverso degli incontri in cui si parla di arbitraggio a 360°, non entrando nel profondo della tecnica, ma vivendo questo periodo con “spensieratezza” ed attaccamento al ruolo, in vista del prossimo rientro sui terreni di giuoco!
Paganessi, nel suo intervento, ha raccontato il percorso arbitrale che lo ha portato fino ai massimi livelli - evocato dal video di presentazione “conosci la mia storia?” -, con dei riferimenti a come ha vissuto questo ultimo periodo in cui il COVID è entrato nella quotidianità e nel mondo del calcio e come alcune situazioni siano cambiate dalla normalità: l’assenza del pubblico e il rapporto con i calciatori in primis. Attraverso alcune fotografie che Giacomo è solito conservare come un “libro dei ricordi” delle proprie esperienze sui campi di Serie A, ha fatto rivivere quelle emozioni e quelle sensazioni che tanto mancano.
Dopo molte domande da parte degli associati a cui l’ospite ha risposto con piacere, ha concluso l’intervento con un video dell’ultima gara di Gianluca Rocchi - Juventus-Roma della scorsa Stagione -, in cui lui era alla 146esima gara da assistente. “Vogliate sempre bene agli arbitri, perché noi ce la mettiamo sempre tutta”: queste le parole di Rocchi che Giacomo ha voluto sottolineare, perché dietro ad ogni arbitro c’è sempre una persona con una storia, la propria storia, fatta di sacrificio, passione, sorrisi ed attaccamento alla maglia.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)