Cipressa: “Pronti ad affrontare ogni situazione”

Sezione di Rimini

Cipressa: “Pronti ad affrontare ogni situazione”La sezione riminese ha avuto l’onore di ospitare Alessandro Cipressa, assistente arbitrale in forza alla Commissione Arbitri Nazionale Serie A e B, originario della sezione di Lecce, quale arbitro sorteggiato dal Comitato Nazionale per favorire lo scambio tra arbitri e dirigenti di vertice e la base associativa.

Sempre in modalità a distanza, Alessandro ha esordito spiegando come per la sua esperienza la scelta di arbitrare sia stata un caso, partito dal considerarsi “scarso a giocare a calcio”. Entrando poi nel discorso, ha spiegato i valori posti alla base dell’attività arbitrale a partire dalla responsabilità poiché sempre e comunque gli arbitri sono considerati tali anche fuori dal campo.

“Per essere arbitri serve impegno e passione – ha spiegato Cipressa. – Impegno anche a vivere la sezione, sia fisica sia relazionale, presa come punto di riferimento per il percorso di crescita di ciascuno, partendo dal confronto con gli arbitri più esperti, gli Osservatori Arbitrali, gli Organi Tecnici e non solo”.

Alessandro si è soffermato sul concetto di allenamento: oltre a quello fisico, è indispensabile l'allenamento mentale. La preparazione della partita, infatti, ha come base quella mentale, che deve essere alimentata sempre di più salendo di categoria. Quando si arriva in promozione, il briefing diventa il momento chiave nel quale è indispensabile una condivisione dei momenti più delicati che possono accadere durante il match. Creare subito una giusta alchimia significa partire con un grande vantaggio. Queste accortezze messe insieme ci portano a scendere in campo con la giusta mentalità e anche con la giusta tranquillità.

Alessandro, grande appassionato di Tennis, insistendo sulla preparazione mentale, ha parlato di Djokovic e di come si prepari a ricevere un servizio di un avversario. Il suo idolo, infatti, considera tutte le traiettorie e tutte le possibilità che possono accadere: “Non bisogna essere statici mentalmente – ha detto l’assistente salentino – non bisogna prepararsi ad un’unica situazione. Bisogna essere elastici, pronti ad ogni caso, pronti a rispondere presente alla battuta dell’avversario. Più siamo preparati e conosciamo le variabili della partita, meno errori commetteremo. Tutti noi sbagliamo – ha proseguito Cipressa – chi più chi meno, ma l’importante è affrontare l’errore, perché questa attitudine è quella che fa la differenza. Essere arbitri significa infatti sapersi rialzare dopo l’errore, consapevoli che quell’errore non dovrà condizionare il proseguo della partita: bisogna avere la capacità di resettare il cervello dopo lo sbaglio. Quello stesso sbaglio che finita la partita avrà un ruolo fondamentale nella nostra crescita arbitrale. Se noi infatti guardiamo solo le cose che sono andate bene, rischiamo di appiattirci. Per noi è più importante la partita andata male, poiché il nostro bagaglio di conoscenza aumenta, ragione per cui bisogna lavorare sugli errori e quasi paradossalmente si deve festeggiare quando ci imbattiamo in un errore. La sconfitta sta nel non provarci, nel rinunciare ad allenarsi per la pioggia, dal momento che ci sarà sempre un collega che lo farà al posto nostro. Arbitrare è un divertimento, una passione, prima o poi finisce e rimane tutto il resto, dobbiamo infatti essere uomini con la U maiuscola”.

Andrea Marzaloni, riminese e componente della Commissione Arbitri Nazionale di Serie D, è intervenuto per spiegato come all’Organo Tecnico non interessa l’errore in sé, quanto il processo che porta ad una qualità decisionale. “È quel processo – ha detto Marzoloni – che serve per andare avanti e continuare a migliorarsi”. L’osservatore arbitrale Fabrizio Babini, altro riminese in forza alla Commissione Nazionale Arbitri di Serie C, ha poi aggiunto come senza divertimento non si arrivi da nessuna parte: “Senza divertimento non puoi dare il massimo e poi dobbiamo guardare sempre quelli più bravi di noi, non criticarli”.

L’arbitraggio è questione di passione, preparazione e incontro con persone che ci aiutano a crescere. Quella che ancora una volta l’AIA ha potuto scambiarsi reciprocamente in questo incontro, seppur a distanza.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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