Paolo Formato: “Siate professionisti fra i dilettanti"

Sezione di Rovereto

Paolo Formato: “Siate professionisti fra i dilettantiIl 22 marzo, in occasione dell’annuale riunione con ospite nazionale, la Sezione di Rovereto ha potuto dialogare con Paolo Formato. Oggi componente CAI, in passato è stato arbitro fino in CAN PRO per poi approdare alla CAN B come assistente, ruolo nel quale è riuscito a conquistare l’ambitissimo esordio in Serie A.
In apertura, non sono mancati i complimenti alla Sezione che, a detta del gradito ospite, è dimostrazione che la provenienza da una piccola realtà, quale quella roveretana, non impedisce di raggiungere traguardi importanti. Anzi, proprio in un tale contesto è più facile che si vengano a creare quei rapporti di amicizia che divengono di fondamentale importanza in un percorso come quello arbitrale.
Poi, Paolo ha voluto incentrare la propria presentazione su un’analisi di quello che deve essere l’arbitro moderno, delle sue prerogative e delle sue irrinunciabili caratteristiche. Oggi il direttore di gara è colui che è capace di mettere a freno la propria competitività, intesa come voglia di prevalere sugli altri a tutti i costi, in favore di un approccio votato alla valorizzazione del lavoro di squadra.
“La buona prestazione dell’arbitro perde di senso se la terna appare divisa ed incapace di collaborare efficacemente - ha ricordato Paolo - e lo stesso, ovviamente, deve dirsi per gli assistenti”. Insomma, è impossibile al giorno d’oggi concepire l’arbitraggio come un semplice adempimento delle mansioni tipiche del ruolo ricoperto. Per questo motivo, “è essenziale che il briefing pre-gara diventi il fulcro dell’essere squadra”. Solo chiarendo anticipatamente quando e in che modo intervenire a supporto dei propri compagni si può evitare di prendere decisioni fra loro antitetiche che rischierebbero di indirizzare la gara nella direzione sbagliata.
Formato, sul finire dell’intervento, ha toccato il tema della credibilità, aspetto fondamentale per la direzione di qualsiasi gara. “Per essere credibili – ha detto – non è sufficiente trovarsi vicino all’azione, ma è necessario possedere una preparazione ottimale sia dal punto di vista atletico sia sotto l’aspetto mentale e, ovviamente, tecnico”.
La ricerca della prestazione perfetta non deve, però, sfociare nell’ossessione: “Siate professionisti fra i dilettanti, ma non lasciate che questo vi tolga l’immensa gioia dell’arbitraggio”.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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