Mazzoleni: “Per crescere bisogna essere onesti con se stessi”

Sezione di Ostia Lido

Mazzoleni: “Per crescere bisogna essere onesti con se stessi”Un incontro dal grande valore umano quello andato in scena nella sezione di Ostia Lido, con protagonista l’arbitro VAR Pro Paolo Mazzoleni. Ospite d’onore sorteggiato dal Comitato Nazionale, l’arbitro bergamasco si è collegato nell’aula virtuale che raccoglieva i più di 150 associati ostiensi riunitisi per l’occasione, salutando le vecchie conoscenze e iniziando immediatamente a entrare nel vivo della riunione.

Mazzoleni ha spiazzato chi si aspettava una lezione improntata su video, tecnicismi e cura maniacale dei dettagli, avviando subito un confronto diretto con i presenti, senza aiuti multimediali e concentrando su di lui tutta l’attenzione della platea. Un flusso continuo di pensieri e insegnamenti, ognuno legato da un filo conduttore che porta a due macro temi: passione e divertimento.

“È un momento difficile, come tutti noi ben sappiamo, ma è proprio nelle difficoltà più grandi che bisogna essere bravi a trovare delle opportunità e a saperle cogliere – ha esordito Mazzoleni - la più grande alla quale possiamo aspirare, è custodire la nostra passione”. Una ricerca continua, che non deve mai avere fine perché “il nostro è un mondo pieno di valori, anomalo rispetto a ciò che c’è fuori. I rapporti umani che nascono all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri sono speciali, dobbiamo coltivarli e custodirli con cura”.

Con il proseguire della riunione, l’ospite ha avuto una parola di consiglio per i più giovani, appena entrati nell’Associazione: “All’arbitro è concesso tutto, tranne non conoscere il regolamento – ha proseguito il fischietto lombardo - in questo maledetto momento non è semplice, ma dobbiamo continuare ad aprire il regolamento per non perdere le abitudini e restare sempre concentrati, pronti per quando si ripartirà. Possiamo rientrare in campo con tranquillità solo se siamo sicuri che sapremo uscire bene anche dalla situazione più particolare, in cui non sarà un cavillo regolamentare ad aprirci una voragine”. Senza la conoscenza, dunque, siamo un oggetto allo sbando, preda dei venti: “Usiamo la Sezione per confrontarci soprattutto quando le cose vanno male, abbiamo persone contente di ascoltarci: non deve essere una passerella su cui metterci in mostra, ma un luogo in cui trovare qualcuno che è già passato su quella strada e sa indicarci l’uscita”.

A questo punto, una sterzata decisa verso il secondo punto cruciale, quello del divertimento: “Ricordiamoci che è un gioco, non vivete questa fantastica esperienza da invasati – ha continuato Mazzoleni - affrontatela sempre con serietà, come tutti i veri arbitri fanno, ma come un gioco”. Lo svago, dunque, un elemento fondamentale: “Non dimenticate mai di avere la testa libera: va bene studiare, ma non fatelo diventare un assillo, altrimenti non riuscirete a godere neanche delle cose positive. Apprezzate le emozioni di ogni partita, senza viverla come una sofferenza”.

Quindi, un passaggio più introspettivo: “Bisogna apprezzare le cose semplici, io ricordo bene i viaggi che ho fatto ma molto meno le partite o le squadre specifiche. Alla fine del viaggio, l’arbitraggio resterà una meravigliosa parentesi, ma nulla di più: la vita è fatta di cose semplici, ma fondamentali. Anche se non si arriva in Serie A, l’importante è dare sempre tutto e vivere al meglio ogni momento. Per questo, mettetevi in discussione come uomini e usate questa esperienza per crescere umanamente: essere arbitri è un’opportunità incredibile.”.

In chiusura della prima parte di riunione, Mazzoleni ha toccato le corde più intime di un arbitro, quelle della propria onestà intellettuale: “Non pensiate che ci sia qualcuno che ha in mano la vostra carriera, siete voi i costruttori del vostro destino – ha concluso l’ospite - tendiamo a giustificare i nostri sbagli, psicologicamente si instaura un naturale meccanismo di autodifesa. Non dimenticate mai però di guardarvi allo specchio, perché lì non ci sono filtri: prima di andare a dormire, prendetevi trenta secondi e siate sinceri con voi stessi, solo così si diventa arbitri. Se volete crescere dovete essere sinceri con voi stessi”.

A seguire, i numerosi presenti hanno rivolto alcune domande all’ospite sulla sua carriera, sugli aneddoti più simpatici e sui momenti più critici che ha dovuto passare prima di raggiungere la vetta. Tra le tante, interessanti risposte date da Mazzoleni, la metafora dello zaino è sicuramente quella che più ha colpito nel segno: “All’inizio di questa esperienza tutti noi andiamo in campo con uno zaino vuoto e negli anni tutti gli errori che commettiamo rappresentano dei sassi con cui riempiamo questo zaino, rendendolo più pesante. Più saliamo di categoria e più il vento si farà forte: se non abbiamo una zavorra importante, non riusciremo a restare con i piedi per terra e verremo soffiati via dalle difficoltà che incontreremo”.

In anteprima Paolo Mazzoleni durante la riunione.

In gallery: l’anteprima della riunione; una fase della riunione.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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