“L’entusiasmo e l’esperienza” di Giua per gli associati leccesi

Lecce

“L’entusiasmo e l’esperienza” di Giua per gli associati leccesiL’ultima plenaria in videoconferenza della Stagione Sportiva in corso, tenutasi lo scorso 26 aprile, ha avuto un ospite d’eccezione: l’arbitro della Commissione Nazionale di Serie A e B Antonio Giua, primo ed unico arbitro della sua Sardegna a dirigere in Serie A.
Il Componente della CAN Danilo Giannoccaro, presente all’incontro, ha sottolineato che la presenza di Giua avrebbe di certo portato arricchimento a tutti gli associati salentini.
Ivano Pezzuto e Alessandro Cipressa, arbitro e assistente leccesi della CAN, insieme al Presidente Sezionale Paolo Prato hanno dato un caloroso benvenuto al loro collega, ricordando il percorso comune compiuto insieme e la forte amicizia caratterizzante il loro rapporto.
Visibilmente emozionato, Antonio Giua ha chiarito che con la sua presenza intendeva trasmettere un “briciolo di entusiasmo e di esperienza”, utile per tutti ed in particolare per gli arbitri più giovani. Ha così narrato il suo percorso arbitrale e di vita: gli inizi in Sardegna, la Stagione pisana ove ha saputo conciliare attività agonistica e studio universitario, raggiungendo traguardi importanti sia in campo arbitrale che professionale (con la laurea in Ingegneria gestionale); il suo rientro a Calangianus, suo paese d’origine e l’approdo nella massima serie professionistica, avvenuto prima con l’esordio in Serie A nel 2017, a Bologna, e successivamente con l’inquadramento nella CAN A nel 2019 - 2020, dopo due anni di militanza nella CAN B.
Quali i segreti di questi successi? La frequenza della vita sezionale, la continua interazione con i suoi formatori e gli ‘anziani’, la costanza nello studio e la conduzione di uno stile di vita rigoroso e metodico.
Come caratterizzare il profilo arbitrale? Saper ripartire sempre da zero con l’adeguata umiltà, saper fare tesoro delle proprie esperienze (sia di quelle positive sia di quelle negative), essere in grado di fissare obiettivi chiari, misurabili, raggiungibili, realistici e stimolanti. Ma la peculiare essenza dell’arbitraggio è “la decisione”, sapere cioè come agire a seconda dell’evento che si ha di fronte. In ultimo, l’essere se stessi dal punto di vista comportamentale, senza mai snaturare il proprio carattere, evitando qualsiasi distrazione e i possibili errori, curando i dettagli e allenarsi nell’avere la prontezza mentale necessaria ad anticipare qualsiasi evento.
“Quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada”: con questa citazione di Stefano Farina e con un ricordo di Daniele De Santis, di sicuro, a suo dire, “presente” nella piacevole riunione, ha concluso il suo apprezzato discorso, augurando a tutti il più affettuoso in bocca al lupo. Successivamente è stato dato spazio alle domande degli associati: una, in particolare, gli è stata rivolta da un giovane dell’ultimo Corso arbitri che gli ha chiesto se ricordasse cosa ha provato prima del fischio di inizio della sua prima gara. Antonio ha così potuto raccontare le emozioni e le sensazioni della sua prima partita, ma subito dopo ha messo in evidenza quanto per lui ogni fischio d’inizio rappresenti sempre un momento ricco di intense e nuove emozioni.
Il Presidente Paolo Prato, nel concludere la plenaria, ha rivolto un caloroso ringraziamento ad Antonio Giua che ha saputo animare con grande professionalità e carica umana l’incontro, ottenendo il più ampio consenso da parte dei partecipanti.

In copertina: Antonio Giua in un momento del suo intervento.
In gallery:
1: Il Presidente Paolo Prato mentre accoglie l’ospite della serata
2: Antonio Giua saluta in presenti con il ricordo di Daniele De Santis

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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