Roma 2
Incontro altamente formativo con il Componente Nazionale Carlo Pacifici, salutato in prima battuta dal Presidente Domenico Trombetta e dal Presidente del Comitato Regionale Arbitri del Lazio Giulio Dobosz. Un fiume in piena, nessun slides o video, ma un discorso a 360 gradi sull’essere arbitri nella sua totalità.
Ricordando la figura di Riccardo Lattanzi, un arbitro deve avere sempre conoscenza piena delle regole del calcio, per poi approfondire la parte tattica e saper affrontare al meglio la gestione dell’errore: “L’arbitro amici miei non è infallibile, le decisioni saranno prese al meglio delle sue possibilità”. È vero che l’arbitro bravo è quello che sbaglia meno, ma è pur vero che il contesto dell’errore deve essere accettato da chi lo subisce, senza dimenticare che il giovane ragazzo alle prime armi o un fischietto di Serie A deve essere sempre supportato dalla sua Sezione. “Penso che chiunque, anche i grandi arbitri, hanno avuto un momento difficile e se dicono il contrario dicono una bugia grandissima: una decisione presa male te la porti appresso ed è qui che bisogna essere forti”. Un arbitro dunque deve essere bravo a metabolizzare l’errore, perché farà parte di quel bagaglio di tanti errori che ci portiamo sulle spalle dall'inizio della nostra attività fino alla fine.
Un passaggio poi sull’essere arbitri oggi rispetto a qualche stagione fa, domandando alla platea virtuale quali sono le difficoltà che si incontrano oggi rispetto magari al passato. “Allora, la velocità del gioco è un grande parametro da tenere in mente per cui un arbitro deve assolutamente essere preparato fisicamente, vanno valutate anche le applicazioni tattiche e basti pensare al calciatore che si mette sdraiato dietro la barriera, azione impensabili anni indietro”. Prima le grandi figure arbitrali non ragionavano come team, avevano una loro determinazione e personalità sopra le parti. Ora che siamo squadra, che c’è un auricolare o un VAR a supportare determinate decisioni, bisogna essere pronti e decisi nel prendere tutti la decisione corretta, sintetizzando il suo pensiero del teamwork.
Altro aspetto è la concentrazione, essere pronti e tempestivi agli eventi in ogni momento della gara, non adagiarsi sugli allori per una decisione presa bene, ma restare sempre vivi.
“Fare l'arbitro è una scelta difficile, impegnativa, è una scelta seria che impone rigore e rispetto per tutte le componenti del gioco del Calcio. Ci dobbiamo impegnare sempre di più ma dobbiamo essere umili e continuare nella nostra strada e portare avanti il nostro sogno cioè quello di arrivare il più avanti possibile”.
Ultimo aspetto analizzato è il fatto che certamente questa attività ci forma dal punto di vista umano e ci fa diventare più forti più determinati, più sicuri di noi stessi in tutti gli ambiti non solo quello sportivo ma anche quello quotidiano professionale ed umano: un’esperienza dunque che Carlo consiglia a tutti di vivere una volta nella vita, perché quella divisa poi ti resta dentro anche dopo anni.
In copertina Pacifici.
Nella gallery alcuni momenti dell’incontro virtuale e la platea presente, fra i quali gli assistenti internazionali Giallatini e Tempestilli e il CAN A Colarossi.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)