Lovere
Il ritorno alla normalità è sempre più vicino, e i momenti associativi che iniziano a prendere nuovamente vita lo confermano. Quello di sabato 19 giugno a Lovere, sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo, conferma quanta sia la voglia di stare insieme all’insegna dei valori dell’AIA: dopo il rinvio a causa dell’emergenza pandemica, la Sezione di Lovere ha inaugurato i nuovi locali sezionali che si trovano nella zona del porto turistico della località rivierasca del Sebino, a pochi metri dal lungolago. Carica d’emozione è stata la cerimonia, che ha visto la partecipazioni del Presidente dell’AIA Alfredo Trentalange – al suo primo taglio del nastro – del Componente del Comitato Nazionale Alberto Zaroli, di numerosi associati loveresi, dei Componenti della Commissione del Comitato Regionale Arbitri della Lombardia e dei Presidenti delle sezioni lombarde – i quali nella mattinata avevano tenuto la Consulta Regionale – e di molti ospiti che hanno raccolto l’invito del padrone di casa, il Presidente Sandro Ghiroldi.
“In questo momento così difficile per tutti, a tanti giovani è stata data una nuova casa – ha detto il Presidente Alfredo Trentalange -. Come sta succedendo nella nostra Associazione, anche qui non possiamo vedere quanto lavoro è stato fatto dietro le quinte da persone che tengono un profilo bassissimo rispetto ai ruoli che ricoprono. Essere qui oggi è per me un privilegio, privilegio dato dal fatto che i giovani della Sezione di Lovere torneranno ad abitare la loro casa”.
Ripartire da Lovere ha assunto un significato anche simbolico: non è una delle Sezioni più grandi d’Italia, ma è l’esempio di come nessuna sezione non possa non sentirsi protagonista del percorso comune che l’AIA ha intrapreso.
È intervenuto anche il Componente del Comitato Nazionale Alberto Zaroli: “Mi sembrava troppo bello questo posto quando l’ho visto 2 anni fa e mi dissero che sarebbe diventato la nuova sezione: con tanta volontà e passione ce l’avete fatta, abituati come tutti noi a guardare avanti, fare scommesse e vincerle”.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)