L’alta caratura di un “signor arbitro” e la sua grande umanità

Bassano del G. - Luigi Agnolin

L’alta caratura di un “signor arbitro” e la sua grande umanitàLuigi Agnolin (1943 – 2018)
Entrato nell'AIA nel 1962
Arbitro CAN dal 1971
Internazionale dal 1978
Premio FIFA come arbitro maggiormente distintosi nella Stagione Sportiva 1977/’78
Premio “Giovanni Mauro” nella Stagione 1979/1980
“Miglior arbitro” ai Mondiali 1986
Arbitro della finale di Coppa delle Coppe 1987 tra Ajax e Lokomotive Lipsia
Arbitro della finale di Coppa dei Campioni 1988 fra PSV e Benfica
Arbitro ai Mondiali di Italia ‘90
Responsabile CAN C dal 1990
Nel 2012 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano
Commissario Straordinario dell'AIA nel 2006

Luigi Agnolin, figlio dell'ex internazionale Guido Agnolin, è stato considerato uno degli arbitri migliori del mondo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Dal punto di vista arbitrale era considerato una garanzia, forse il migliore. La sua grandezza può solo parzialmente essere rappresentata dalle statistiche e dai riconoscimenti: 226 partite di Serie A dirette fra il 1973 e il 1990, più una straordinaria carriera internazionale che lo ha portato ad arbitrare in due Mondiali, Messico 1986 e Italia 1990.
Vissuto negli anni in cui l’arbitraggio era arte, magari culto della personalità, dote che lo rendeva diverso da tutti e che instillava un rispetto nei suoi confronti che riusciva ad indurre non solo nei calciatori che incrociavano il suo percorso ogni domenica, ma in tutti gli amanti di sport. Oltre alla carriera unica ed inimitabile, di Gigi va ricordata la sua grande umanità: dal 1986 e fino agli ultimi giorni, si spese in un grande atto d’amore e di solidarietà, per la “Comunità Villa S. Francesco” di Facen di Pedavena diretta da Aldo Bertelle, che ospita giovani con disagi familiari. Agnolin, avviò un cammino umano, sportivo, sociale, culturale, volontario con gli “ultimi”, rivolto a tutti i ragazzi e i giovani del territorio. Nel 1990 lasciò l’arbitraggio. Lanciò il fischietto alle spalle e mai più lo mise in bocca. Il fischietto, che con lui era il canto, l’orchestra, la sinfonia.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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