La partecipazione alla tavola rotonda “Il valore educativo dello sport”

La partecipazione alla tavola rotonda “Il valore educativo dello sport”

Sezione di Viterbo

Si è svolta nella parrocchia Santa Maria della Grotticella a Viterbo la tavola rotonda dal titolo “Il valore educativo dello sport”. L’evento, organizzato dal parroco Don Giuseppe Curre con la partecipazione del vescovo di Viterbo Orazio Francesco, ha messo a confronto in un interessante dibattito esponenti del mondo religioso, sportivo e del giornalismo.

Presente una delegazione dell’AIA viterbese, composta dal presidente Luigi Gasbarri e dal Referente sezionale della Comunicazione Silvano Olmi.

“Rispettate gli arbitri – ha detto Angelo Moracci, Presidente della Delegazione di Viterbo della FIGC, rivolto a tecnici e calciatori – abbiate rispetto per gli avversari. Al termine della gara c’è il cosiddetto terzo tempo. Coltivate i veri valori dello sport.”

Il presidente del CSI di Roma, Daniele Pasquini, ha sottolineato il ruolo educativo svolto dagli allenatori; mentre Don Alessio Albertini, fratello del noto calciatore Demetrio, ha messo in guardia sul disagio creato dal Covid, con un aumento dei suicidi e l’uso di psicofarmaci. Inoltre, ha detto ai giovani sportivi di avere costanza e gioco di squadra, di impegnarsi al massimo nel ruolo che gli è stato assegnato.

Il giornalista Fabio Massimo Splendore ha invitato i genitori ad avere rispetto per gli avversari e ad assistere alle partite dei figli come semplici spettatori. Il calciatore Rodney Strasser ha ricordato di quando, in Sierra Leone, si allenava senza scarpe e la sua Nazione era in guerra. “Pregavo Dio – ha aggiunto l’ex-calciatore del Milan – perché volevo costruire una chiesa nel mio paese e l’ho fatto. Per diventare grandi giocatori bisogna rispettare tutti.” L’allenatore Lillo Puccica ha sottolineato l’importanza della famiglia nell’educazione dei figli. Questi ultimi devono rispettare l’allenatore e cercare di capire perché non li ha fatti giocare. Anche Riccardo Acerbi ha evidenziato come ci sia troppo livore tra il pubblico che assiste agli eventi sportivi, mentre le famiglie devono aiutare i figli a non bullizzare i compagni e a rispettare tutti, soprattutto gli arbitri. Il Direttore Sportivo della Viterbese, Carlo Musi, ha invitato dirigenti e allenatori ad aiutare i calciatori a raggiungere i loro obiettivi.

Applauditissimo l’intervento finale di Angelo Peruzzi, nato nel viterbese, a Blera. “Sono 16 anni che ho terminato l’attività sportiva – ha detto il portierone della nazionale campione del mondo nel 2006 – ho avuto la fortuna di fare quello che mi piaceva, senza pensare ai soldi o alla fama. La mia fortuna è che i miei genitori non sapevano nulla di calcio. Iniziai per caso. La maestra ci portò a fare una partitella e siccome ero il più alto e toccavo la traversa con la mano mi mise a fare il portiere. Allenatori e giocatori devono avere solidarietà, rispetto per tutti, voglia di divertirsi. Nella vita – ha concluso rivolto ai giovani calciatori – contano per prima la famiglia, poi la scuola e infine lo sport.”

Copertina: Silvano Olmi e Luigi Gasbarri con il vescovo di Viterbo

Gallery:

  1. Il tavolo dei relatori e in piedi Don Giuseppe Curre
  2. Un momento del dibattito
  3. Uno scorcio della sala
  4. Silvano Olmi mostra il libro regalatogli dall’allenatore Lillo Puccica

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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