Sezione di Sassari
3 Marzo 2023: Luca Bomboi avrebbe compiuto 33 anni, ma una brutta malattia lo ha allontanato fisicamente dalla sua seconda famiglia, l’Associazione Italia Arbitri, il 12 Febbraio 2019. In questa giornata la Sezione di Sassari “Carlo Usai”, insieme a tutte le
nove Sezioni sarde, ha voluto riprendere il filo interrotto nel 2020 dall’avvento della pandemia e finalmente ha potuto celebrare la prima edizione del premio in suo nome, alla presenza dei Componenti del Comitato Nazionale Carlo Pacifici e Alberto Zaroli e del Comitato Regionale Arbitri della Sardegna al completo.
Già dal mattino un gesto importante nel segno di Luca, una sana, buona abitudine che ormai è radicata nell’impegno sociale della Sezione: tanti associati si sono riversati nella sede della dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue di Sassari, guidata dal Presidente Serafino Dettori, per donare il sangue. Tra i donatori anche Pacifici e Zaroli, che hanno voluto dare il proprio contributo tangibile perché, come dirà poi Zaroli nel corso dell’intervento davanti alla platea della cerimonia, “donare sé stessi è crescere, non si arricchisce chi riceve, ma chi dona e facendolo insieme si fa comunità”.
Nella sede della Camera di Commercio di Sassari si è entrati nel vivo della cerimonia: a fare gli onori di casa il Presidente Emanuele Fresi che ha salutato e ringraziato i presenti ed ha poi ricordato la figura di Luca: “Luca ha vissuto pienamente la Sezione, non riusciremo mai a ricambiare le sue emozioni e il suo sorriso, che era un vero esempio di associazionismo. Da oggi la Sezione sarà legata per sempre alla sua memoria l’immagine di assistente accompagnata dal suo motto “Sorridere: voce del verbo nonostante tutto” sarà la stella polare dei nostri associati, che li guiderà nei momenti di difficoltà dentro e fuori dal campo”.
Un video ha mostrato ai presenti i numerosi momenti di associazionismo della Sezione ai quali Luca ha sempre partecipato, fino alla fine: “È gratificante fare il Presidente di questa Sezione” ha concluso Fresi.
Il Presidente del CRA Sardegna Roberto Branciforte nel suo intervento ha ricordato il sorriso che Luca portava sempre, anche dopo una prestazione arbitrale non positiva, la sua forza e il suo coraggio nel combattere: “Questa disciplina che è l’arbitraggio gli ha dato la forza di combattere. di rientrare in campo e dire io ci sono. Prendete esempio da Luca e alle provocazioni, in campo, rispondete con un sorriso”.
“Non ho mai dimenticato il sorriso di Luca – ha detto il Presidente del Comitato Regionale Sardegna della Figc, Gianni Cadoni - lui e Claudio Deiana mi hanno fatto avvicinare al mondo dell’AIA del quale ammiro il grande senso di appartenenza degli associati.” Cadoni ha inoltre ringraziato gli arbitri sardi per i grandi sacrifici profusi in questa stagione per coprire tutte le partite.
Carlo Pacifici nel proprio intervento ha ricordato che l’AIA esiste da 112 anni grazie alle 207 Sezioni italiane che sono i pilastri dell’Associazione che ha come obiettivi comuni l’arbitraggio e i valori: “Oggi non è un giorno ordinario, né una manifestazione come le altre: oggi è il compleanno di Luca, una festa, pur se con la commozione di aver visto un figlio partire che però ci ha lasciato due insegnamenti importanti: coraggio e passione. Coraggio di essere arbitri contro tutto e tutti, portatori di pace e passione che ci fa ridere, piangere esaltare, riflettere, ricominciare da zero e ci fa scendere in campo in tanti ruoli. Noi della governance dobbiamo tutelare questa che è la meglio gioventù”.
Alberto Zaroli ha parlato di Luca e Claudio come di due esempi che dimostrano che l’Associazione è molto più che calcare il terreno di giuoco: “Siamo una comunità, dove tutti abbiamo il piacere e l’orgoglio di fare ciò che possiamo, al meglio - ricordando quanto la vera realtà dell’AIA siano gli arbitri impegnati nelle realtà periferiche. Parlando della battaglia di Luca, l’ha denominata come una vittoria - Luca ha vinto perché siamo qua a parlare di lui, smettiamo di dire che chi non guarisce è un perdente. Siamo vincenti quando abbiamo fatto di tutto per arrivare ai nostri obiettivi e vivere la malattia insieme agli altri è essere vincenti. Insieme si vince sempre”.
L’intervento dei rappresentanti dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, il ricercatore Mario Sechi e la volontaria Paola Mulas, che hanno sensibilizzato i presenti sull’importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano per contrastare l’insorgenza dei tumori.
In un attimo la platea è tornata indietro nel tempo, a quel 13 marzo 2020 in cui il Premio “Luca Bomboi” avrebbe dovuto vedere la luce, luce spenta dall’avvento della pandemia di Covid-19. L’allora Presidente di Sezione Maurizio Sassu, oggi Componente della Commissione Osservatore Nazionale Dilettanti, ha quindi preso il testimone di Emanuele Fresi nella conduzione della serata, ricordando la figura di Luca come un ragazzo che “ha sempre fatto tutto con responsabilità e determinazione, onestà, che ci ha permesso di poterlo identificare come esempio.”
Maria Grazia Poddighe, Giulio Falchi ed il Vice Presidente CRA Paolo Armando Mulas, colleghi, ma soprattutto amici di Luca, hanno portato le proprie testimonianze, i propri ricordi sul cammino percorso con lui condiviso. Maria Grazia ha voluto parlare al presente di Luca, in una lunga lettera indirizzata proprio al compianto amico e collega, nella quale ha voluto ricordare i momenti salienti della carriera di Luca, dal Corso Arbitri nel 2007 all’approdo al Nazionale, alla caduta, alla ridiscesa in campo, fino alla nuova, purtroppo definitiva caduta, così come Giulio che cita tra le tante avventure insieme una fantastica vittoria al calciobalilla. Mulas, a partire da una trasferta passata insieme, ha detto: “Gli obiettivi svaniscono, la strada rimane: fatela vostra, perché è su quella strada che nascono i ricordi”.
Ed ecco il momento cardine della serata, la consegna del Premio: un premio che raffigura la Sardegna, un nuraghe ed un guerriero dell’età nuragica, “Colui che ha combattuto per la sopravvivenza - ha ricordato Sassu -. Luca verrà ricordato perché ha combattuto con tutte le sue forze per riscendere in campo, dimostrando un senso di appartenenza che non tutti hanno”.
Lo stesso senso di appartenenza, la stessa voglia di riscendere in campo di Claudio Deiana, che aveva combattuto la stessa battaglia e l’aveva vinta, ritornando ad arbitrare anche nel nome di Luca. Claudio Deiana quel 13 Marzo 2020 avrebbe ricevuto di persona il premio, oggi lo riceve alla memoria perché il 23 Maggio di quell’anno anche lui ci ha lasciato, dopo una nuova battaglia. E così su quel palco si sono ritrovate la famiglia Bomboi e la famiglia Deiana, unite da due figli meravigliosi partiti per un lungo viaggio. In una sala commossa e silenziosa, la mamma di Luca, Giovanna, ha preso la parola ringraziando la seconda famiglia che Luca aveva eletto, la Sezione: “Grazie per il legame profondo, per l’amicizia con Luca: era arbitro anche nella vita, equilibrato, rispettoso delle regole, disponibile all’ascolto e alla mediazione. Luca ed il suo sorriso oggi sono qui con noi”.
Significative le parole di Efisio Deiana, padre di Claudio, nel ricevere il premio: “Sono caduti, si sono risollevati e sono caduti, ma non è una sconfitta perché loro ce l’hanno messa tutta, e hanno lasciato un segno, anche chi non li ha conosciuti parla di loro.”
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)