L'arbitro CAN Daniele Rutella: “Fate vostra la lezione di Stefano Farina”

L'arbitro CAN Daniele Rutella: “Fate vostra la lezione di Stefano Farina”

Sezione di Rovereto

“Per puntare in alto è necessario comprendere la differenza tra fare l’arbitro ed essere arbitro”, questo il concetto più importante espresso da Daniele Rutella, arbitro della Sezione di Enna nell’organico della Commissione Nazionale della Serie A e Serie B (CAN), che è stato ospite della Sezione di Rovereto in occasione della Riunione Tecnica Obbligatoria (RTO) del 19 dicembre. A dargli il benvenuto in una Rovereto colorata e animata dai mercatini di Natale, il Presidente della Sezione Andrea Saggese e un nutrito gruppo di associati, tra i quali i cinque giovanissimi nuovi arbitri che qualche giorno fa hanno superato con successo l’esame al termine del corso di formazione e che non vedono l’ora di scendere in campo.

Daniele, al suo primo anno a disposizione della CAN, ha partecipato per la prima volta a una Riunione Tecnica Obbligatoria in veste di ospite.  Per l’occasione, ha voluto portare agli associati roveretani la propria visione dell’arbitraggio e ripercorrere il percorso che lo ha portato recentemente a raggiungere i traguardi più importanti.

“Tutto è iniziato il 27 dicembre 2007 – ha spiegato l’arbitro siciliano – quando il Presidente della Sezione di Enna ha chiamato i miei genitori per chiedere dove fossi. Se non l’avesse fatto, non mi sarei ricordato che proprio in quel giorno era stato fissato l’esame per diventare arbitro”. Quella telefonata è stata uno spartiacque nella vita di Daniele e, da quel momento, non è stata più la stessa.

La carriera di ognuno di noi, secondo Rutella, è caratterizzata da un processo di maturazione, che ci porta a comprendere che non è possibile limitarsi a fare l’arbitro, ma è fondamentale riuscire ad essere arbitri.  “Solo così, infatti, potrete puntare in alto”, ha sottolineato Daniele.

A tal proposito, l’ospite della Sezione di Rovereto ha spiegato cosa significa per lui essere arbitro: “Personalmente mi piace pensare a questo concetto come a una casa fondata su tre pilastri: gambe, testa e cuore”. Le gambe rappresentano la preparazione atletica, elemento imprescindibile per essere in grado di arrivare al novantesimo minuto ancora lucidi e capaci di giudicare correttamente ogni episodio. La testa, poi, è necessaria per permettere all’arbitro di prendere decisioni omogenee così da garantire quell’ideale equilibrio nello svolgimento della partita. Il cuore, infine, significa passione ed è il motore che ci permette di fare quei sacrifici che a molti paiono insensati, ma che noi sappiamo essere fondamentali per raggiungere gli obbiettivi che ci poniamo. “Imparate a curare questi tre aspetti e vedrete che sarete in grado di essere arbitri e di eccellere. Anche io inizialmente sottovalutavo l’importanza dell’essere arbitri, ma cambiando mentalità sono riuscito a migliorare e arrivare dove sono oggi”.

Quindi, Daniele ha voluto concludere il proprio intervento con un messaggio rivolto ai più giovani fra gli associati roveretani, ricordando una lezione ricevuta da Stefano Farina, grande arbitro e formatore scomparso prematuramente nel 2017. “Il successo, diceva Stefano, non è fortuna, ma è il frutto della rinuncia e del sapersi rialzare dopo ogni caduta. A voi, quindi, auguro di essere in grado di imparare dalle sconfitte e dai momenti più difficili”.

 

In copertina: Il Presidente della Sezione di Rovereto e l’ospite Daniele Rutella.

In gallery:

1. e 2. Due momenti della Riunione Tecnica Obbligatoria;

3. Il Presidente Saggese con i cinque nuovi fischietti roveretani: Manal El Hadi, Federico Gropuzzo, Federico D’Antuono, Sofia Dellantonio, Michele Piamarta.

 

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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