L’ESSENZA DELL’ESSERE ARBITRO CON LUCA MASSIMI

L’ESSENZA DELL’ESSERE ARBITRO CON LUCA MASSIMI

Sezione di Castelfranco Veneto

“Che cos’è per te essere arbitro?” È iniziata da una domanda la riunione di Luca Massimi a Castelfranco: l’arbitro molisano ha rivolto l’interrogativo apparentemente banale, ma che in realtà nasconde una consapevolezza maturata in un percorso che l’ha portato dai campi della provincia di Campobasso fino agli stadi di Serie A, agli associati castellani di ogni categoria. “Per me è un percorso – ha continuato – ed è quello che voglio intraprendere con voi questa sera”.

La Riunione Tecnica Obbligatoria tenuta dal fischietto di Termoli è stata incentrata proprio sul significato di arbitraggio: si è partiti dalla protezione del gioco e dell’incolumità dei calciatori e poi si è passati alla precisione tecnica e disciplinare.

L’arbitraggio, secondo il fischietto promosso nell’organico di Serie A e B nel 2020, dev’essere sinonimo anche di salvaguardia dell’arbitro, o meglio save the referee, che deve imparare a leggere le partite per evitare situazioni spiacevoli ai suoi danni e a riconoscere le zone più calde del terreno di giuoco, dove un fischio in più diventa determinante.

Nella presentazione di Massimi ha trovato spazio anche l’attenzione da dedicare a condizione fisica e spostamento, due temi sempre cari ad ogni arbitro e che l’ospite ha potuto affrontare con gli associati di Castelfranco già prima della riunione stessa: ha partecipato infatti ad un allenamento congiunto di tutta la Sezione, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di associati appartenenti ad Organi Tecnici Sezionali, Regionali e Nazionali.

La riunione è continuata con una riflessione assimilabile ad una partita: durante una gara l’arbitro è accompagnato da due assistenti, con i quali deve esserci una collaborazione efficacie: “Sono due paia di occhi in più” ha scherzato Luca Massimi per sottolinearne però la vera importanza. E il ruolo dell’arbitro non è da meno: “Deve rimanere concentrato, consapevole del fatto che la possibilità di sbagliare esiste per tutti, ma sempre pronto a decidere”.

Infine, Massimi ha terminato la riunione con due riflessioni che apparentemente si sono allontanate dal filo conduttore della serata fino a quel momento. La prima riguardava il tempo, l’importanza di capire in fretta cosa sta succedendo e saper agire di conseguenza: “In un mondo che corre sempre più veloce, avete circa 7 secondi per lasciare il vostro segno”. Poi è passato all’importanza, oltre di essere arbitri, di essere uomini: “Donne e uomini onesti con sé stessi prima di tutto, nell’arbitraggio e nella vita; che sappiano gestire un fallo di mano, il contatto più difficili da valutare sul terreno di gioco; che sappiano porgere la mano e stringerla quando il prossimo è in difficoltà e che sappiano essere amici”. In una frase, prima di essere arbitri di Serie A è necessario essere uomini di serie A.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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