Inizia a delinearsi la soluzione normativa per gli associati AIA in merito alla Riforma dello Sport, che ha riguardato tutto il mondo sportivo nazionale e le relative prestazioni all'interno di esso. In questi mesi è stata costante ed incessante l'opera di monitoraggio da parte dell'Associazione Italiana Arbitri che, in stretto contatto con la Federazione Italiana Giuoco Calcio e lo stesso Ministero, ha avanzato proposte per giungere ad un inquadramento che, nel rispetto della filosofia di fondo della nuova normativa nazionale, potesse conciliarsi con l'attività svolta da arbitri, assistenti, osservatori e dirigenti AIA.
Il Presidente Carlo Pacifici ha infati più volte incontrato le Istituzioni, confrontandosi su questa tematica che, alla sua origine, presentava numerose problematiche che necessitavano di una soluzione. Durante i mesi di incertezza, connessa all’esigenza di avere un quadro normativo stabile dopo le sue diverse evoluzioni, sono state infatti chieste in maniera decisa certezze sulle modalità con le quali i direttori di gara vedranno rimborsata la loro prestazione per dare le giuste risposte a tutti gli associati.
"Pur nella consapevolezza delle tante criticità del momento - ha detto il Presidente Carlo Pacifici - la riforma dello sport potrebbe essere trasformata in un’occasione anche per vedere finalmente accolte le diffuse aspettative di adeguamento degli importi dei rimborsi spese delle prestazioni arbitrali all’incremento del costo della vita. Inoltre la definitiva attuazione della riforma può ora consentire di liquidare a strettissimo giro i rimborsi spese inseriti nella procedura Ge.ri.co., per direzioni di gare della scorsa Stagione Sportiva che sono ricaduti nell’ambito di applicazione del nuovo assetto normativo". Oggi è infatti ripartita la lavorazione dei rimborsi pregressi della scorsa Stagione Sportiva, e nei prossimi giorni saranno riattivate le utenze per gli accessi alla piattaforma Ge.ri.co.
"L’attività arbitrale svolta in contesto dilettantistico - ha aggiunto Pacifici - consiste nella messa a disposizione del proprio tempo e delle proprie capacità e competenze al servizio del calcio in modo personale e spontaneo, ma non per questo può essere mai immaginata a titolo gratuito, ovvero in assenza di una previsione di retribuzione con un gettone gara, oltre al rimborso chilometrico ed altre spese documentate".
L'Associazione Italiana Arbitri, nel corso degli incontri, ha poi posto l'accento sulla situazione dei tanti associati che, essendo dipendenti pubblici, necessitano delle apposite autorizzazioni da parte dell’Amministrazione di appartenenza, sottolineando l’esigenza di un riconoscimento legislativo speciale della funzione dei giudici di gara e dei loro osservatori che possa consentire di inquadrarli in un ambito di attività remunerate con retribuzioni di non particolare entità e per le quali possa rimanere sufficiente una mera comunicazione alla propria amministrazione per poter dirigere o visionare gare. "Si renderebbero urgenti almeno chiarimenti ministeriali e di prassi interpretativa che possano vedere affermata una inequivocabile compatibilità tra l’esercizio della funzione arbitrale in favore delle Federazioni sportive nazionali ed il rapporto di pubblico impiego" ha concluso Pacifici.
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)