Siyad, storia di una passione: scappato dalla guerra, tornerà ad arbitrare in Italia

Siyad, storia di una passione: scappato dalla guerra, tornerà ad arbitrare in Italia

Sezione di Saronno

Ha camminato per giorni e giorni. Davanti la speranza di un futuro diverso, alle spalle la ferocia della guerra. Siyad Ali Hussein è scappato due anni fa dalla sua Somalia. Dalla guerriglia che aveva trasformato Mogadiscio in un campo di battaglia. Ha lasciato tanti affetti, tante persone care e una bella esperienza da arbitro della Premier League della Somalia. Ricordi. Belli e tristi. Che gli hanno fatto compagnia. Il viaggio è stato lunghissimo. Chilometri e chilometri a piedi. O con mezzi di fortuna. Una settimana dopo l’altra, sempre con la paura di non riuscire a farcela. Quando è arrivato in Turchia ha capito che il peggio era passato. Siyad Ali Hussein aveva in testa di arrivare in Italia. E c’è riuscito. Prima è sbarcato a Crotone poi è stato trasferito al Centro accoglienza di Milano. Pensando al suo passato è riapparsa la sua “vita da arbitro”. Tornare a dirigere le partite era un altro modo per chiudere un cerchio. Alberto Zaroli, Componente del Comitato Nazionale e Davide Rosio, Presidente della Sezione di Saronno gli hanno aperto le porte dell’AIA. “Per la nostra Associazione – spiega il Presidente Alfredo Trentalange- l’inclusione è un principio basilare. Siamo felici di aver spalancato le porte della nostra casa a Siyad Ali Hussein e presto gli daremo la possibilità di tornare in campo a vivere con gioia la sua passione”. La prima designazione è questione di giorni. Massimo di settimane. Hussein ha tutti i documenti in regola e presto completerà le visite mediche necessarie per poter tornare a dirigere una partita di calcio. Alberto Zaroli e il Presidente della Sezione di Saronno gli hanno consegnato la divisa ufficiale in un momento che è stato veramente toccante. Ed è solo l’inizio di una nuova storia tutta da vivere. Lontano dalla guerra. La favola di questo ragazzo somalo è stata raccontata anche al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, che, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Integration League, progetto promosso dalla Lega Pro insieme a UNHCR e Projet School ha osservato: “Questo è il nostro calcio dei valori. La FIGC crede in un calcio sempre più aperto, inclusivo e dove tutti, uomini o donne che siano, bambini o bambine che siano, possono essere messi nelle condizioni di giocare, divertirsi e esprimersi al meglio come persone”.

Supplemento on-line della rivista "L'Arbitro"
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)
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