CRA Emilia-Romagna
Un anno fa Graziella Pirriatore diventava, insieme a Cristina Anastasi, prima Presidente donna di un Comitato Regionale. Allora la prima intervista, e torna oggi a raccontarsi per il sito dell'AIA facendo un bilancio del primo anno di presidenza e degli obiettivi per questa Stagione Sportiva.
Un anno da presidente del CRA. Quale il bilancio, con uno sguardo al futuro, vista la tua conferma alla guida degli arbitri emiliano-romagnoli?
Domanda complicatissima anche perché dopo un anno è difficile fare un bilancio. L'anno scorso è stato molto particolare, è stato l'anno della ripresa delle attività dopo due Stagioni di stop. Sono contenta, l'impegno ed il lavoro pagano sempre anche se tutto è sempre perfettibile e migliorabile. La riconferma per me è motivo di soddisfazione e per questo il mio ringraziamento va al Presidente AlfredoTrentalange e a tutto il Comitato Nazionale per la fiducia e la stima che ripongono nella mia persona e che spero di poter ricambiare con il mio impegno.
Le colleghe donne sono tante, e per chi conosce l'AIA non è certo una novità. Anche in campo abbiamo colleghe che puntano al vertice. Al momento sei una delle due donne alla guida di un CRA. Da dirigente quali sono le tue sensazioni a riguardo, ad esempio nei rapporti con il mondo del Calcio?
Ci sono voluti più di 110 anni di storia associativa per arrivare alla nomina di un presidente CRA donna. È un cambiamento importante così come l'approdo alla CAN delle nostre colleghe che danno visibilità ad un intero movimento e che domani saranno le dirigenti del futuro. Tra qualche anno la nomina di dirigenti donne non sarà più considerata un'eccezione per quanto neppure adesso lo dovrebbe essere.
Il calcio penso sia uno sport in grado di adeguarsi celermente a questi cambiamenti molto più di quanto avvenga nella quotidianità. Il contesto sportivo avvicina le persone, la presenza femminile nel mondo del calcio è comunque già una realtà con dirigenti, medici, allenatrici e questo aiuta anche a rendere l'ambiente più ricco.
Passare dal campo ad un ruolo dirigenziale non è automatico, anche con un curriculum internazionale come il tuo. Che tipo di difficoltà hai dovuto affrontare e superare?
Il passaggio dal campo alla scrivania per me è stato semplice. Quasi non ho avuto il tempo di pensarci. Le difficoltà che ho affrontato sono state soprattutto quelle organizzative, legate a procedure che non conoscevo e a meccanismi per me completamente nuovi. Da arbitro non le vedi ma da dirigente ti rendi conto immediatamente di quanto la nostra Associazione sia nella sua organizzazione complessa, con tanti ruoli, competenze e regolamenti. Mi sono data completamente a questo nuovo incarico, la fatica non la sento. Per me è un piacere ed un onore occuparmi dei ragazzi ed essere al servizio della mia regione lavorando con amore e passione.
Al CRA arrivano arbitri con giuste ambizioni e riconosciute capacità, ma ancora in formazione. C'è qualcosa in particolare su cui non transigi, nella loro valutazione?
Sicuramente l'aspetto comportamentale. La prestazione tecnica e atletica si migliora sempre ma il comportamento viene prima di tutto, questo è quello che i miei dirigenti mi hanno insegnato da quando sono entrata in Sezione. Arbitro è sinonimo di comportamento.
Sbagliare sotto l'aspetto tecnico è un "diritto" di tutti: l'errore è didattica, senza errori non cresciamo. Chi pensa di non commetterne e di aver raggiunto la perfezione che, non è di questo mondo, si ferma.
Una squadra è fondamentale: come ti trovi con i tuoi collaboratori al CRA?
Date certe le competenze tecniche per me è fondamentale che siano persone che interpretino la realtà similmente a me, con le stesse priorità. La componente umana è imprescindibile. Essere dei bravi tecnici non basta per essere dei bravi maestri, che invece richiede una grande empatia. I ragazzi hanno una personalità in formazione che bisogna aiutare a scoprire perché si possano esprimere al meglio.
in copertina Graziella Pirriatore, nelle altre foto Graziella durante il raduno CRA di quest'anno assieme ai suoi collaboratori
(aut. Tribunale di Roma n. 499 del 01/09/1989)